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Adriano: “Questa la mia più grande paura. La morte di mio padre? Diedi un pugno…”
Adriano era presente al lancio della sua biografia giovedì scorso, a San Paolo. Durante la conferenza stampa, dopo aver effettuato una sessione di autografi, l'Imperatore ha condiviso quello che è stato il momento più memorabile della sua carriera da giocatore professionista. "Il 2005 è stato il momento più bello della mia vita, tutto è partito un anno prima quando sono stato capocannoniere in Copa America e nel 2005 capocannoniere in Confederations Cup col Brasile".
"La mia più grande paura era non essere più Adriano. Se non ci fosse Adriano, l'Imperatore non esisterebbe. L'Imperatore non esiste senza Adriano". Nella sua prima stagione in Italia il momento più difficile è stato il periodo natalizio. "Sono stato male. Sono andato in cucina e ho preso una bottiglia di vodka. Nessuna esagerazione. Ho preso tutta quella merda da solo. Ho pianto tutta la notte. Sono svenuto sul divano perché ho bevuto tanto e ho pianto".
L'episodio che segnò la carriera e la vita privata di Adriano fu sicuramente la morte del padre. Il giocatore era in pre-campionato con l'Inter. L'allora allenatore dei nerazzurri, Roberto Mancini, gli consigliò di telefonare a casa sua, dall'autobus. "Mia madre era davanti al corpo di mio padre, in un appartamento nel Recreio dos Bandeirantes. Ero dall'altra parte dell'oceano, su un autobus a Bari. Ancora sotto shock, ho riattaccato il telefono. All'inizio non ho pianto. Mi sentivo arrabbiato. Perché non ha preso quella maledetta medicina? Ho dato un pugno al finestrino dell'autobus. Era stato così forte che ho rotto il vetro. Tutti erano spaventati”.
(Placar.com)
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