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Albertini: “Inter avrà dente avvelenato. Milan bene nei grandi match. Lautaro? Da tifoso…”

Albertini: “Inter avrà dente avvelenato. Milan bene nei grandi match. Lautaro? Da tifoso…” - immagine 1
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, l'ex centrocampista rossonero gioca in anticipo la finale di Supercoppa
Gianni Pampinella Redattore 

In vista della finale di Supercoppa tra Inter e Milan, la Gazzetta dello Sport ha intervistato Demetrio Albertini. La prima domanda all'ex centrocampista è che gara si aspetta. "L’Inter scenderà in campo con il dente avvelenato dopo il derby perso a settembre. Per il Milan sarà molto difficile, ma trattandosi di una partita secca, anzi di una finale, può succedere di tutto: i rossoneri quest’anno hanno dimostrato nei grandi match contro l’Inter e il Real di poter battere chiunque. Paradossalmente hanno fatto meglio con le grandi che con le medio-piccole... Sulla carta l’Inter è favorita, ma non penso in modo così netto".

Sarà più pesante per Inzaghi non avere Marcus Thuram al top o per Conceiçao non poter contare sul miglior Leao?

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«Credo che ci perda più l’Inter perché Thuram in questa prima parte di stagione è stato una certezza sia sotto il profilo del rendimento complessivo sia dei numeri (13 reti, 4 assist e 2 rigori conquistati, ndr). Leao, invece, per il Milan ha alternato prestazioni deludenti ad altre nelle quali è stato decisivo».


Cosa hanno detto le due semifinali di Riad?

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«Inter-Atalanta è stata un bell’incontro. La formazione di Gasperini ha confermato di soffrire l’Inter che è una squadra di alto livello, straordinaria nella consapevolezza della sua forza. Difficile che gli uomini di Inzaghi sbaglino un approccio o regalino qualcosa agli avversari».

Non le abbiamo ancora chiesto cosa pensa del cambio sulla panchina del Diavolo tra i due portoghesi: fuori Fonseca e dentro Conceiçao.

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«Da osservatore esterno, dico che su Fonseca c’erano dei dubbi e dei pregiudizi da parte dell’opinione pubblica fin dal suo arrivo. Da un certo momento in poi mi è sembrato anche un po’ solo, non supportato a dovere dal club. Per lui ogni gara, fin dalla prima, è stata un esame. Così è dura... Quando cambi allenatore, è una sconfitta per tutti perché il tecnico non è mai il solo problema: le colpe vanno divise sempre tra chi va in campo e chi sta fuori».

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Di Conceiçao cosa pensa?

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«Lui e Inzaghi sono stati miei compagni alla Lazio (nel 2003-04, ndr). Avrei scommesso che sarebbero diventati entrambi allenatori per come erano appassionati e studiavano il calcio, ma non pensavo così bravi... Per Simone parlano i risultati ottenuti sia a Roma sia con l’Inter. Sergio ha fatto benissimo con il Porto e sa tirare fuori il meglio dai suoi uomini: è uno che si arrabbia quando le cose non vanno e i giocatori lo avranno già capitano venerdì all’intervallo con la Juventus...».

Chi possono essere gli uomini decisivi del derby?

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«Per l’Inter dico Dimarco perché lui dalla sinistra tre-quattro cross pericolosi li mette sempre. Da quella parte Emerson Royal dovrà fare parecchia attenzione».

E per il Milan?

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«Uno tra Reijnders e Pulisic. Non pensavo che l’olandese potesse diventare un bomber così, mentre Pulisic ero convinto che sarebbe stato determinante. E infatti...».

Theo Hernandez e Lautaro invece sono un po’ appannati. Perché?

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«Theo mi sembra distratto e spero che torni sui livelli delle prime stagioni. Il Milan ha bisogno di un giocatore come lui, di un terzino capace di fare la differenza in ogni momento con le sue accelerazioni».

Il Toro invece anche contro l’Atalanta ha sbagliato qualche gol...

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«Da tifoso rossonero spero che continui così. State certi che prima o poi si sbloccherà perché è un campione, ma mi auguro che non succeda proprio nella finale di Supercoppa».

(Gazzetta dello Sport)