"Ho avuto la fortuna di avere Pintus come preparatore e lui è un fenomeno, è il Messi dei preparatori atletici. Ora giochiamo talmente tanto che l'allenamento è diventato più un recupero che un allenamento. Amici nel calcio? I principali sono Bare, Dimarco e Darmian. Barella ha una energia e una batteria che non si scarica mai, anche fuori dal campo è uguale. Sbraccia? Non riesce a stare fermo, è più un problema per gli altri che per noi. Io ho un po' la cultura che c'è nell'NBA, non puoi vincere tutte le partite. Insulti? Non puoi insultarmi la famiglia, augurarmi la morte solo perché ho sbagliato un passaggio o un gol. I social hanno portato questa cosa che è malsana".
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Bastoni: “Conte mi convinse, Inzaghi è uno di noi. La cosa devastante del calendario è che…”

"Chi ha un carattere forte ci passa sopra, altri possono avere difficoltà nella prestazione, è una cosa controproducente. A me non interessa, mi dà fastidio quello che scrivono ma non influisce sulla mia prestazione. Alcuni giocano col freno a mano tirato perché gli hanno scritto che ha fatto schifo. C'è una cattiveria e una invidia che fa spavento. I premi extra? Non danno motivazione, giochi per vincere sempre. Gio care contro l'allenatore? È impossibile, anche volendo non ce la fai. Magari dal punto di vista mentale non stai al 100% e di conseguenza non rendi al 100%, ormai il 70-80% del lavoro lo fa la testa. Avere un minimo di rapporto al di fuori cambia come vivi e percepisci la partita. Condividere qualcosa fuori dal calcio è diverso, ti dà maggiore unione. La finale persa? Preferivo vincerla, però giocare una competizione così e affrontare il City in quella maniera, ci ha fatto capire che puoi stare a quel livello".
"La finale di Champions è stata dura. La nuova formula? All'inizio avrei detto no, però adesso mi piace. Tutte le partite sono importanti, abbiamo visto squadroni non arrivare tra le prime 8. È bello perché giochi contro squadre forti già dall'inizio. Normale che sono altre partite in più che si aggiungono al calendario intasato. Fisicamente? Non ci distrugge, ma mentalmente sì perché il fatto di non avere uno stacco è devastante. Adesso c'è anche il Mondiale per Club, è dura. A proposito del Mondiale, ci sarà un caldo incredibile, c'è da capire l'importanza che andrà ad assumere da ora a dieci anni".
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