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Alessandro Bastoni, intervistato dai canali ufficiali della Nazionale italiana, ha parlato del suo percorso di crescita e dell'esperienza con la maglia azzurra. Queste le considerazioni del difensore dell'Inter.
“Si diventa Alessandro Bastoni imparando tanto da esperienze come l’Europeo del 2021, dove ho fatto la gavetta dietro a vere e proprie icone nel mio ruolo. La vittoria dell’Europeo è stato il coronamento di tanti sacrifici fatti da bambino. Ho avuto la possibilità di viverlo, anche se non in prima persona perché avevo davanti due totem come Chiellini e Bonucci, che mi hanno insegnato tanto”.
“Ero un bambino molto timido e riservato. Ho avuto la fortuna che il papà di una mia compagna di classe era un osservatore dell’Atalanta, mi portò a fare un provino e andò bene. Mio padre ha sempre avuto grandi qualità a livello calcistico, forse gli è mancata la testa. Per questo non voleva che facessi il suo stesso errore, scherzando diceva che a livello qualitativo era più forte di me. Dopo il mio esordio in Serie A gli ho fatto presente che non avrebbe più potuto dirmelo. È stato fondamentale nel mio percorso. Giocando all’Atalanta dovevo fare 130 chilometri all’andata e altri 130 a tornare, ha sempre fatto da taxi. Senza di lui anche a livello pratico non sarei riuscito a fare quello che sto facendo”.
“Al difensore moderno non devono mai mancare il coraggio e l’intraprendenza di fare qualcosa che possa segnare la partita. È un ruolo difficile, puoi far bene per 89 minuti e al 90’ commettere un errore e sembra che hai fatto una partita disastrosa. Il Pallone d’Oro? Non è mai stata un’ambizione, essendo realisti è difficile vincerlo per un difensore. La mia soddisfazione è dare assistenza alla fase offensiva senza dimenticare i compiti difensivi”.
"Diventare papà è stato un altro grande evento della mia vita, ha ridisegnato quelle che sono le priorità. Ti accorgi come una sconfitta o una giornata storta possano passare in secondo piano quando poi torni a casa e vedi tua figlia e tua moglie”.
"All’Europeo abbiamo avuto una parentesi non troppo felice, mi prendo le responsabilità del gruppo. Forse abbiamo fatto fatica anche a capirci, poi c’è stata grande maturità in questa ripartenza in Nations League e adesso stiamo facendo grandi cose. Spalletti ha un rapporto molto trasparente con tutti, dice le cose che pensa in faccia. Questa è una sua grande qualità. L’obiettivo obbligatorio è partecipare al Mondiale perché è da due edizioni che non riusciamo a qualificarci”.
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