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Chi va comunque guardato con attenzione nella squadra di casa?
“Ci si aspettava che venissero fuori molti più giocatori quest’anno, ma la stagione è iniziata in modo strano. Diciamo che Ugrinic e Monteiro con la palla hanno qualcosa in più, un estro che questa negatività non ha spento”.
L’Inter, invece, è definitivamente tornata al suo top?
“Vincere nelle difficoltà come a Roma è un segnale, ma non serviva vista la qualità di questi giocatori e l’esperienza. Unico neo, forse, il fatto che non abbia ringiovanito in profondità la rosa e magari adesso lo paga con gli infortuni. Ma se il club non lo ha fatto, è proprio per il livello di chi c’è già e che permette di pensare davvero a entrambi i fronti. Per me l’Inter può mantenere la stessa ambizione sia in Serie A, dove ha qualcosa in più, che in Champions. La rosa permette di fare rotazioni come quelle di Berna”.
A proposito, come vede la coppia alternativa Arna-Taremi?
“Diversa... Più fisica, abile ad aprire gli spazi per gli inserimenti da dietro. Quello che conta è, soprattutto, mettere minuti importanti nelle loro gambe perché serviranno tutti da qui alla fine”.
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