Se Oaktree rimarrà molto all'Inter? Le previsioni erano quelle di un classico atteggiamento da fondo, che ha un orientamento temporale intorno ai tre anni. Nel caso specifico c'è il progetto stadio che rappresenta un salto di qualità per il club e per una proprietà come un fondo che potrebbe valorizzare incredibilmente l'asset ai fini di una futura rivendita. In questo senso l'orizzonte potrebbe anche essere più ampio: se poi dovesse arrivare da un momento all'altro un'offerta già soddisfacente, Oaktree la valuterebbe. Ma non siamo nelle cose ordinarie che possono accadere.
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Le probabilità di avere un nuovo proprietario che vuole investire e non un fondo? Io non credo che i fondi abbiano l'intento di defraudare: l'interesse è speculativo ma va a coincidere con quello dei tifosi, bisogna andare verso una gestione sostenibile, che non significa tagliare a prescindere i costi perché diventa controproducente perché mina la competitività sportiva. Va trovata la sostenibilità che renda autonomo il club a lungo termine e lo valorizzi il più possibile. Io vedo una coincidenza tra l'interesse del tifoso e quello del fondo. L'Inter e il calcio italiano sono prede appetibili perché hanno ancora valutazioni accettabili sul mercato: i club dell'NFL valgono mediamente 6 miliardi di dollari. C'è quindi l'idea negli investitori, fondi o privati, che ci sia un margine di valore da far crescere: l'interesse sui club italiani è sempre attiva anche da parte di grandi investitori, che possono essere solo americani o medio-orientali. Gli altri mercati, quello russo e cinese, si sono chiusi. In questo momento Oaktree ha tutto l'interesse ad accelerare sul fronte stadio visto che siamo nei mesi decisivi per poi fare le sue valutazioni in un mercato molto vigile.
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