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Per essere protagonista?
«Certo che sì. Ma nessuno si azzardi a cercare candidate allo scudetto adesso, quando siamo alla dodicesima. Non è nel mio stile farlo, non credo sia giusto azzardare. Però il Napoli è forte e con un uomo in panchina che in passato, anche recentissimo, ha vinto, è inevitabile darle un ruolo autorevole».
La Roma deve rialzarsi.
«Ranieri conosce vita, morte e miracoli del club e non solo. La classifica è bugiarda, non sono in grado di dire perché sia precipitata in questa situazione, ma la scelta è stata quella giusta: gran tecnico, accolto con entusiasmo e con familiarità dalla tifoseria che in lui si rivede. Magari non saranno consentiti voli pindarici, ma da lì ne esce in fretta».
Il telecomando dove la conduce, in genere?
«Calcio straniero, tanto. E in Italia, prediligo per minutaggio televisivo il Napoli e l’Atalanta alle altre. Con Gasperini ti diverti, gioca correndo in avanti. Poi, mi stuzzica Motta: essere stato un gran bel giocatore magari lo aiuta, ma sa come intervenire sulla Juve, cosa intende offrire e pure come parlare».
È un ex un po’ ovunque...
«Anche all’Inter, se è questo che intende dire. È campione d’Italia, ha un organico rispettabile ma pure tanti impegni e la sosta non è mai una pausa, perché ha elementi impegnati ovunque con le Nazionali. I campionati a volte si decidono in micro-periodi, se nel momento topico hai un paio di giocatori stanchi o acciaccati diventa un problema serio».
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