Intervistato dalla Lega Serie A, Hakan Calhanoglu racconta la sua vita a Milano. La prima domanda, però, è cosa significhi il calcio per il centrocampista nerazzurro. "Il mio amore per il calcio è iniziato in questo modo, grazie a mio padre. Mio padre, che Dio lo benedica. Sono molto grato a lui, se sono qui oggi è grazie a lui. Dopo la scuola andavo sempre a giocare a calcio, nella stessa strada, eravamo sempre lì, con gli amici, ho iniziato così. Mi hanno sempre accettato perché giocavo bene a calcio e mi piaceva giocare con ragazzi più grandi di me. A volte gli insegnanti si arrabbiavano con me perché pensavo sempre al calcio, durante le pause cercavo sempre un pallone”.


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Calhanoglu: “Seconda stella emozione che non dimenticherò mai. Tutti dicono che…”
“Milano? Il mio legame con questa città è molto cresciuto col tempo, all’inizio con era così. Mi piaceva il fatto che le persone erano amichevoli, gli italiani somigliano molto ai turchi. Mi piace Milano, è molto bella e sto bene qui con la mia famiglia, è la città della moda e quindi posso vestirmi bene. L’Italia adesso non è più solo calcio, adesso è celebre anche per la moda e la cura della persona”.
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"Durante la mia crescita avevo dei modelli, penso a giocatori come Pirlo e Xabi Alonso. Ovviamente li guardavo quando ero giovane, poi sono cresciuto e sono diventato Hakan Calhanoglu. Tutti dicono che Hakan segna solo su rigore, sembra facile, ma in realtà faccio tanti gol diversi, spesso da fuori aria. Per essere un buon esempio per i giovani, cerchiamo di apparire senza esagerare troppo".
“Il mio ricordo migliora ovviamente è lo Scudetto che abbiamo vinto l’anno scorso, è stato incredibile. Tutto il Duomo era nerazzurro, è qualcosa che non dimenticherò mai. Imparare la storia di Milano richiede tempo, ci sono tanti posti da vedere e ho tre figli… spero in futuro di avere più tempo per visitare i vari luoghi. I miei figli sono felici qui, sia a scuola che fuori. Ieri per esempio siamo andati al compleanno del figlio di Mkhitaryan, è stato molto bello, loro stanno imparando sia l’italiano che l’inglese”.
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