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Calhanoglu: “Vivrò a Milano anche a fine carriera. Dopo il ritiro? Come Ausilio”

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Il centrocampista turco ha raccontato il suo rapporto con la città meneghina e le passioni per la musica e per il cibo
Alessandro De Felice Redattore 

Hakan Calhanoglu si è raccontato in una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport. Il centrocampista turco ha parlato delle sue passioni, del rapporto con la città di Milano, della vita che immagina dopo aver appeso gli scarpini al chiodo e di tanto altro.

La musica è una delle sue passioni, giusto? 

"Sì, mi piace soprattutto l’hip hop. Quando ho conosciuto mia moglie (Sinem) era proprio una ballerina hip hop. E ora anche mia figlia ha cominciato a prendere lezioni. E visto che il suo maestro è interista, va tutto alla grande". 


Calhanoglu: “Vivrò a Milano anche a fine carriera. Dopo il ritiro? Come Ausilio”- immagine 2

Va anche lei a prendere lezioni? 

"No, non ne ho bisogno. Io so già ballare…" .

Allora è già pronto per “Ballando sotto le Stelle” l’anno prossimo... 

"Lo conosco. Mi è capitato di vederlo talvolta. Non c’è solo in Italia. Comunque, se mi chiamano…". 

Del resto è già abituato ad esibirsi, anni fa è stato a “The Voice” in Turchia... 

"Mi piace anche cantare, ma non è che sia così bravo. Infatti, non volevo andarci. Solo che Burak Yilmaz, che all’epoca era capitano della Turchia, ha insistito tanto… Alla fine è stata un’esperienza diversa". 

Quali sono le sue altre passioni? 

"I motori, soprattutto. Sin da quando ero bambino mi piacevano le macchine grandi e veloci. Ho anche una motocicletta, anche se non posso andarci". 

Qual è il suo rapporto con i social? Da poco ha aperto un suo canale su YouTube. 

"Trovo che siano un’opportunità per mostrare alcuni aspetti più personali della mia vita. Mi rivolgo soprattutto ai miei connazionale turchi, visto che sono in nazionale, ma vivo e gioco lontano. Mi piace far vedere chi siamo veramente e quello che facciamo, a cominciare dai rapporti che esistono dentro allo spogliatoio. Così si riesce a far capire che siamo tutti ragazzi normali, come tutti". 

E i tatuaggi? 

"Tutti hanno un significato. Sul lato del mio cuore, ci sono mia mamma, mia moglie e la mia bambina. A destra, invece, ho i miei due maschi (Ayaz e Asil). Ho le date di tutti". 

La moda, invece? È sempre attento a come si veste, vero? 

"Sì, mi piace vestirmi bene. Anche prima di venire in Italia. Certo, non posso dire che in Germania la moda sia al top, ma in Turchia si vestono bene. Poi è chiaro che, una volta qui, ho aggiornato i miei gusti. Mi piace guardare e osservare come si veste la gente. Colgo i dettagli, i particolari". 

E Milano è anche la città della moda... Cos’è per lei Milano? 

"È una città che mi piace molto. Come mi piacciono gli italiani. Sono simili a noi turchi. Sono aperti hanno un cuore aperto e caldo. È curioso, però, che i miei amici italiani vengono quasi tutti dal sud: napoletani, calabresi, siciliani. Qui, ho avuto l’opportunità di conoscere bellissime persone. E posso dire che Milano sia ormai la mia seconda casa. Anzi, sarà la città dove vivrò una volta che la mia carriera di calciatore sarà finita". 

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Insomma, ormai si sente un po’ italiano. 

"Per forza, sono qui da quasi otto anni". 

Vale anche per la sua famiglia? 

"Certo, si trovano tutti bene qui. Mia moglie, come i miei figli. Siamo felici". 

Immagino che avrà anche un piatto preferito… 

"Sì, viene dal sud: il cannolo. Una vera bontà. Anche se, forse, non proprio da calciatore… Me l’hanno fatto assaggiare i miei amici siciliani. Poi mi piacciano anche pasta e pizza. La cucina italiana è senz’altro molto buona, ma io continuo a preferire quella turca". 

A proposito di quando chiuderà con il calcio giocato, cosa le piacerebbe fare? 

"Le strade sono due: allenatore o direttore sportivo. Al momento, comunque, più il secondo del primo. Come Ausilio". 

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