LEGGI ANCHE
© RIPRODUZIONE RISERVATA
news
Si aspettava il Napoli primo in classifica?
«Non così presto ma il valore di Antonio Conte è assoluto, sapevo che avrebbe ridato solidità e serietà a una squadra comunque già forte. Un allenatore così esperto come lui non sarebbe mai andato al Napoli se non avesse saputo di avere una buona base di squadra».
Duello a distanza in attacco: Lautaro-Lukaku, chi lo vince?
«Difficile. Intanto perché io li trovo imbattibili insieme, e lo sono stati proprio all’Inter. Hanno caratteristiche completamente diverse e avevano una connessione incredibile. Oggi sono attaccanti formidabili, riferimenti offensivi di due squadre forti. Lukaku non è quello dell’Inter ma bisogna avere la pazienza di aspettarlo e anche di assecondarlo come squadra».
Tornerà come ai tempi migliori, secondo lei?
«A quei livelli non so ma se Antonio lo ha voluto a tutti i costi un motivo ci sarà. Romelu ha un’esperienza che nessuno ha nel Napoli. E vale anche nello spogliatoio».
L’Inter finora ha subito 13 gol in campionato, in Champions si blinda. C’è un motivo?
«La fase difensiva oggi è collettiva, non è più il singolo difensore che sbaglia e i giocatori sono più o meno gli stessi. In Champions c’è maggiore intensità e soprattutto una concentrazione diversa.
L’Inter, magari inconsciamente, in Champions quest’anno non vuole sbagliare nulla».
Domani può tornare Acerbi, per Lukaku non è proprio una buona notizia.
«Eh, no. Acerbi ha esperienza e tanta forza. Sa come non farlo girare, sa anche come fare innervosire gli attaccanti».
Calhanoglu quanto sposta?
«Tanto, come Lobotka del resto. Se ci saranno tutti e due sarà sicuramente un bel duello in mezzo al campo».
Si sbilanci, chi vince?
«Può finire anche pari».
E il Napoli ne gioverebbe...
«Dipende da come ha giocato. Inter e Napoli faranno la gara per vincere, è chiaro che per la squadra di Conte sarebbe importante restare prima».
Per lo scudetto?
«È ancora lontano, anche se per me l’Inter è strafavorita, anche se dovesse perdere col Napoli».
Conte e Inzaghi si somigliano?
«Molto di più di quel che sembra, anche nel gioco. Si sono avvicendati all’Inter e Simone non ha stravolto completamente il lavoro di Antonio, è un segnale di grande intelligenza. Sono due persone serie, risolte e solide. Come allenatori sono l’espressione più autorevole di quella scuola italiana troppo spesso snobbata. L’Inter ha una identità forte, il Napoli la sta conquistando».