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Cominciamo dall’Inter campione d’Italia: resta la favorita?
«È un po’ “rallentata” rispetto allo scorso anno, almeno per quello che abbiamo visto finora. Però io credo sia ancora la candidata numero uno. Se Inzaghi sarà lì a diretto contatto con la cima della classifica a marzo, avrà poi tutte le carte in regola per piazzare lo sprint decisivo».
Al momento in testa c’è il Napoli, che ha imposto il pari a San Siro ai nerazzurri.
«E Conte è l’unico a non avere le coppe di mezzo. Si è visto anche domenica sera, i giocatori azzurri erano più freschi degli avversari, che nelle gambe avevano la fatica di Champions con l’Arsenal. Il Napoli ha mantenuto il primo posto dopo il trittico terribile contro Milan, Atalanta e Inter e ha già giocato in casa della Juventus: ora avrà un calendario meno ostico, di cui dovrà approfittare per cercare di allungare. Anche perché poi in primavera non tutte le rivali potrebbero ancora essere impegnate in Europa».
Zitta zitta anche la Juve si è riportata sotto...
«La squadra di Thiago Motta sta crescendo, ma ha sempre un punto interrogativo: il centravanti. Vlahovic, per caratteristiche, non è il nove ideale del suo allenatore e fatica da matti lontano dall’area di rigore. Questo alla lunga potrebbe essere un problema, almeno per ambire a lottare per lo scudetto».
Non eravamo abituati, invece, a vedere l’Atalanta così in alto già a novembre. Non è che sia l’anno buono?
«Io considero l’Atalanta ormai una realtà d’eccellenza non solo in Italia, ma anche oltre confine. Vincere l’Europa League ha dato grande consapevolezza al gruppo di Gasperini e non a caso oggi i nerazzurri, a differenza del passato, vincono anche quando non sono brillantissimi: contro l’Udinese, per esempio, la Dea ha sofferto da matti dal punto di vista fisico, ma ha portato a casa i tre punti. E allora sì, se continua a far risultato anche in partite sporche, diventa una contender credibile al 100%»
Lazio e Fiorentina le vere sorprese: chi può durare?
«Per me la Lazio è la squadra che gioca il miglior calcio in Italia. Fa grande pressing, ha verticalità, è pericolosa in attacco e con Zaccagni ha un elemento di qualità e fantasia in grado di spostare le sorti di una partita in ogni momento. La domanda è la solita: Baroni è bravissimo, ma la rosa ha la profondità per reggere mesi e mesi con il doppio impegno Serie A ed Europa League? Se la risposta sarà sì, allora i tifosi biancocelesti potranno sognare in grande».
E i viola?
«Palladino ha saputo cambiare passo dopo un avvio complicato e non era affatto scontato. La Fiorentina ha vinto sei gare di fila in campionato e sarebbero nove su nove tenendo conto della Conference League, se i viola non avessero “ciccato” completamente la sfida in casa del piccolo Apoel. Particolare che mi fa pensare come a Firenze stiano forse accarezzando l’idea di concentrarsi di più sulla Serie A, magari intravedendo spiragli per conquistare la qualificazione alla prossima Champions, specie se dovessimo confermare i cinque posti anche per la prossima stagione. E con un Kean così si può fare».
Dietro alle magnifiche sei arranca il Milan: può recuperare?
«Fosse sempre la squadra meravigliosa vista a Madrid la risposta sarebbe senza dubbio sì. In versione Cagliari, invece, per Fonseca sarebbe complicato rimontare. Ma quale è il vero Milan?».
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