Fabio Capello alla Gazzetta dello Sport ha parlato così del recente sfogo di Paulo Fonseca in casa Milan e non solo.


Ultim'ora
news
Capello: “Milan? Cose mai viste, sfogo duro di Fonseca. È evidente che…”
Capello, lo sfogo di Fonseca ha fatto parecchio rumore…
«Sì, ha usato parole forti ma è evidente che c’è qualcosa che non funziona nella squadra. Sembra non sentirsi tranquillo, il suo obiettivo è quello di responsabilizzare i giocatori. Ma la cosa principale da capire è una…».
Prego.
«Sono i giocatori che non seguono Fonseca, giocando solo le partite che ritengono importanti come la trasferta del Bernabeu contro il Real Madrid, o ci sono delle situazioni tattiche non condivise? Nel primo caso dovrebbe intervenire la società e far sentire il proprio appoggio all’allenatore portoghese. Nel secondo, servirebbe una mediazione da parte di un leader della squadra, e che anche in quel caso si schieri dalla parte del tecnico trascinando il resto dello spogliatoio dalla loro parte. Il mio dubbio è questo. La mia certezza è che siano tutti in discussione».
LEGGI ANCHE
E quale è la sua impressione? Caso numero uno o due?
«Vedendola da fuori, senza vivere l’atmosfera all’interno dello spogliatoio, schierarsi è impossibile».
Da allenatore le è mai capitato un momento simile a quello che sta vivendo Fonseca?
«Sì. Specialmente quando sono tornato al Milan nella stagione 97-98: la squadra non era stata costruita da me e soprattutto non vedevo lo spirito giusto».
Tra gli indiziati dalle parole del tecnico rossonero sembra esserci Theo Hernandez.
«Al Milan succedono cose mai viste. Può essere che l’esterno sinistro francese abbia problemi extra-calcio, è in un momento così. Se invece fosse un capriccio sarebbe diverso. Ma la certezza è che non è lo stesso Theo dello scorso anno».
E Calabria?
«Contro la Stella Rossa non ha aiutato. Come uomo mi sembra a posto, ma come capitano non mi è piaciuta per niente la polemica che ha fatto uscendo dal campo al momento della sostituzione».
Fonseca ha detto: «Voglio giocatori come Camarda e Abraham, pronti a morire per il Milan».
«E ha completamente ragione, perché è vero che al Milan stanno mancando più giocatori come loro. I giocatori non rendono come dovrebbero, hanno poca voglia. Quando perdono palla non c’è nessuna rabbia nell’andare a recuperarla, nessuna aggressività».
© RIPRODUZIONE RISERVATA