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"Molte".
Ti piace o ti infastidisce?
"All'inizio ne ero inorgoglito perché lui è un mio idolo, come lo era Tevez al quale pure sono stato accostato. Ma ora preferisco che si parli di me per ciò che sono. Voglio essere giudicato come Santiago Castro e basta".
E che giocatore è, Santiago Castro?
"Uno che dà il cento per cento per tutta la partita e che, anche quando gioca male, ci mette sempre la testa e si sbatte per i compagni".
Ma tu ti consideri un attaccante vecchia maniera, che pensa prima di tutto e soprattutto al gol?
"Sì. Per me fare gol è il massimo. Anche Tevez e il Kun Aguero giocavano tanto per i compagni, come Lautaro adesso, ma quando il pallone transitava in area, fosse anche una sola volta o due a partita, loro erano là, pronti a battere a rete".
Ti chiamano Torito per accostarti a Lautaro?
"Sì. Hanno cominciato nel Velez a chiamarmi così".
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