Su Spalletti:
“Siamo partiti da amici e da adolescenti non avremmo mai pensato di vivere esperienze del genere. Prima da calciatore e poi da allenatore del Settore Giovanile. Credo che tutto parta dalla promozione del 1996, focalizzo quella giornata a Modena nello spareggio con il Como, come momento di svolta per me e per lui. Lui già da calciatore cercava di studiare e capire come gli allenatori costruivano durante la settimana certi concetti di gioco. Questa curiosità di conoscere e prendere il meglio da tutti, l’ha ancora conservata; è quella cosa che gli dà vitalità tecnica. È un allenatore affermato tra il panorama calcistico”.
I ricordi…
“Promozioni? Sono più legato a quella dalla C1 alla B nel 1996: ci ha aperto a tutti noi il futuro. Noi abbiamo vinto tante volte la B, darei spazio a tante persone, vorrei esprimere gratitudine a tanta gente. Io per chi ha bisogno voglio esserci, spesso qualcuno di loro comincia a lavorare con noi, di quell’Empoli ci sono protagonisti che tuttora lavorano ancora con me. Non si tratta di regali per nessuno, chi è qua ha valore ed è competente. E io mi sento fortunato. Quanto alla retrocessione più sofferta, dico quella di Palermo, giocammo contro una squadra retrocessa e qualcuno pensava avremmo trovato terreno facile. E poi San Siro contro l’Inter, vidi l’Empoli più bello di sempre. Loro andavano in Champions, ma lo stadio si attardò con i festeggiamenti per applaudire i nostri ragazzi al centro del Meazza. In quella squadra emersero Di Lorenzo, Krunic, Bennacer, Caputo. Il girone di ritorno rimane nella memoria della nostra gente”.
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