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Ai microfoni di Calcio Time, trasmissione a cura della redazione di EuropaCalcio.it, Stephane Dalmat è tornato sulla sua esperienza all'Inter. Arrivato nel gennaio del 2001, il francese lasciò il club nerazzurro nell'estate del 2003.
"Vestire la maglia nerazzurra è stato un onore; ho trascorso due anni e mezzo fantastici, ho giocato con grandi campioni e ho ricordi stupendi. Sarò sempre grato a questa società per avermi concesso la possibilità di esprimere il mio modo di essere e di giocare condividendo lo spogliatoio con grandi campioni”.
Sul 5 maggio: “L’unico, grande rammarico della mia carriera in nerazzurro riguarda proprio quell’incredibile giornata, in senso negativo. Tuttavia, sono convinto perdemmo quel campionato in casa del Chievo Verona, con il pareggio di Cossato nei minuti di recupero finali e, soprattutto, con due clamorosi rigori non concessi all’Inter. Da lì, avevo avuto la sensazione che qualcosa potesse andare storto anche a Roma ed effettivamente fu così. Nei giorni precedenti la partita contro la Lazio, si sentiva parlare di calciatori biancocelesti appagati e che avrebbero giocato in maniera “tranquilla”. Ricordo Poborsky scatenato in quella partita! Fu una delusione enorme per il risultato e ho ancora un bruttissimo ricordo di quella giornata…”.
Sul rapporto Cuper-Ronaldo: “Tra i due non c’era minimamente feeling, proprio per nulla. Non si parlavano, non discutevano e non comunicavano; litigavano sin dall’inizio per problemi di peso, di tattica. Ma io dico sempre: quando disponi di un calciatore come Ronaldo, cosa puoi dirgli se non fargli fare quello che preferisce in campo e fuori? Cuper doveva solamente lasciarlo tranquillo e attendere che segnasse per risolvergli le partite. A Ronaldo dovevi concedere di mangiare qualcosa in più, lasciarlo uscire e attendere che facesse saltare San Siro. Cuper era un grande allenatore, ma l’errore con Ronaldo fu quello”.
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