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De Siervo: “Marotta detta l’agenda in Lega? No, è semplificazione. Lui veterano ma…”

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L'amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport
Marco Astori Redattore 

L'amministratore delegato della Lega Serie A Luigi De Siervo ha rilasciato un'intervista ai microfoni del Corriere dello Sport. Queste le sue parole sulla situazione del calcio italiano: «La Champions si avvia a generare 5 miliardi, 5 e mezzo di fatturato lordo e da dove pensate che proverrà gran parte di quei soldi? La crescita non è a saldo zero per le principali leghe, soprattutto per quanto riguarda i diritti all’estero. Il rischio è che i campionati nazionali diventino residuali. Qualcuno pensa che non dovrei preoccuparmi?».

La capisco, ma prosegua provando ad arrivare a tutti. 

«Il mercato dei diritti tv del calcio sta affrontando un momento di saturazione e razionalizzazione a livello internazionale. Per mantenere i propri valori, la Premier ha dovuto offrire il 20% in più di partite, per non parlare delle difficoltà riscontrate perfino dalla Fifa per la vendita del Mondiale per club di giugno».


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One billion, un miliardo. Sappiamo come l’ha risolta Infantino: coinvolgendo gli alleati mediorientali. 

«Non è più una notizia. Ma restiamo positivi perché nel lungo periodo potranno entrare sul mercato altri attori e nuove tecnologie. Siamo ormai in un’epoca in cui gli scenari mutano di continuo. Come Lega abbiamo avviato un processo di insourcing di determinate competenze per individuare nuove opportunità che possano catturare l’attenzione delle future generazioni».

Scommetto che la Champions non la guarda per principio. 

«Si sbaglia. Mercoledì ero a Barcellona a tifare Atalanta. Di fianco a me, in tribuna autorità, c’erano persone che non guardavano la partita, andavano di iPad, concentrando tutta l’attenzione sulla diretta delle altre perché i risultati avrebbero determinato la classifica, il passaggio diretto o i playoff».

Con l’uscita di Satana è cambiato qualcosa, il clima ad esempio? 

«Sta cambiando parecchio».

Non mi ha chiesto chi sarebbe Satana. 

«Un personaggio che ha sempre avuto uno spazio rilevante. Preferisco evitare personalizzazioni. Stiamo lavorando per cercare di intercettare e interessare tutti i target e i profili. Le operazioni Fantacalcio e Kings League vanno in questa direzione, potrei farle mille esempi di cross market. Il Fantacalcio interessa 4 milioni e mezzo di utenti attivi. Anche sul piano sportivo qualcosa è cambiato».

Lega Serie A

In che senso? 

«C’è molta più competitività, il campionato è più combattuto. Negli ultimi anni la vittoria non è andata sempre allo stesso club e anche quest’anno potrebbe farcela un vincitore diverso dall’ultimo (immagino Marotta e Ausilio con le mani sotto il tavolo, nda)».

Dicono che adesso l’agenda la detti Marotta.

«No, credo sia una semplificazione. Marotta ha grande esperienza, è il veterano, ma all’interno della Lega stanno crescendo notevolmente altre realtà. Il Napoli di De Laurentiis e Conte, l’Atalanta di Percassi e Gasperini, il Bologna di Saputo e Fenucci. Un grande vecchio non esiste più, glielo posso garantire».

 

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