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Il segreto della Dea è Gasperini?
«Gasp ha fatto sempre molto bene nella sua carriera, anche in situazioni di emergenza. I risultati ottenuti in questi anni parlano da soli in suo favore. Gasperini è un allenatore bravissimo e ha fatto un grandissimo lavoro trovando alle sue spalle un club, che l’ha sempre supportato permettendogli di poter operare in un certo modo. Per un tecnico è fondamentale avere una società che ti appoggia e ti sostiene per lavorare al meglio».
Da un allenatore all’altro, Fonseca continua a parlare di obiettivo scudetto per il Milan: i rossoneri possono davvero lottare per il primo posto?
«Siamo solamente a inizio dicembre e il campionato è ancora lungo. Serve però trovare continuità e infilare a partire da stasera una striscia di 5-6 vittorie di fila. Solo così il Milan può rientrare nella corsa scudetto».
Finora però il Milan ha brillato contro le big (battute Inter e Real Madrid), ma ha spesso steccato con le piccole. Mancano le motivazioni ai giocatori nelle gare non di cartello?
«Se fosse davvero così, sarebbe grave. Mi auguro che la poca costanza nei risultati sia dovuta ad altri fattori. La voglia e la determinazione non devono mai mancare in nessuna partita. Il Milan ha buoni giocatori che possono fare veramente bene e lottare per vincere il campionato. Devono fare quell’ultimo step, dando continuità ai risultati positivi».
Nei giorni scorsi Ariedo Braida ha paragonato Pulisic a lei: condivide l’accostamento fatto dal suo ex direttore sportivo?
«Questi giochini li lascio fare agli altri. Quello che posso dire è che Pulisic mi sta piacendo tanto. Dà l’impressione di essere generoso, oltre ad avere grande qualità. È un grandissimo giocatore: lo dimostrano i gol e gli assist che fa, ma mi ha colpito l’impegno che mette nel dare una mano ai compagni. Ha atteggiamenti sempre positivi nei confronti della squadra».
Leao sembra finalmente aver trovato quella continuità di rendimento per diventare un top player…
«Le sue qualità le conosciamo e non si discutono: deve solo dare continuità nelle prestazioni. Non bastano 3-4 partite fatte bene come le ultime, in cui è stato determinante. Serve un campionato intero a grandi livelli per far pendere ago della bilancia; affinché sia definito un campione piuttosto che solamente un buon giocatore».
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