Il calcio e la famiglia:
"Il calcio è sempre stata la mia più grande passione e rappresenta un po' anche la mia famiglia, mio nonno e mio padre sono sempre stati sempre grandi appassionato e mi hanno trasmesso l'amore per il gioco. Credo che la persona più importante per la mia carriera calcistica sia mio padre. Mi ha trasmesso questa passione, mi sostiene sempre e mi viene a vedere in tutte le partite. E mio nonno. Quando torno a casa, i discorsi sempre riferiti al calcio. È un motivo di orgoglio per lui e per la mia famiglia, che mi ha sempre sostenuto".
Gli inizi e l'Inter:
"Ho iniziato a giocare 4 anni, nella scuola calcio del San Domenico Savio, la squadra del mio paese. La passione è aumentata, mi divertivo. Credo che il divertimento sia alla base dello sport e della passione. A 16 anni sono arrivato nel Settore giovanile dell'Inter dopo otto anni di Padova. È stato un passaggio della mia carriera fondamentale perché mi ha dato la possibilità di crescere e conoscere un calcio diverso, professionistico. È stato uno step di crescita importante e bello per me. L'anno alla Reggina è stato bellissimo, sono arrivato dalla Primavera dell'Inter. Ho conosciuto persone fantastiche lì. Una città bellissima. Appena avrò tempo, voglio tornarci appena ho tempo. E' stato un anno di grande formazione a livello calcistico grazie anche al mister Filippo. Inzaghi che mi ha aiutato veramente molto: è stato fondamentale. E' stato un anno manigfio un'esperienza che porterò dentro di me".
Il primo anno al Bologna.
"Abbiamo fatto una stagione incredibile, nessuno se l'aspettava così. Abbiamo fatto qualcosa che non accadeva da tanto tempo, abbiamo sentito l'affetto della gente in ogni partita. È stata una stagione che non dimenticherò mai".
Amici nel calcio:
"Ho molti compagni a cui sono legato, è il bello di questo sport. Cesare (Casadei, ndr) è uno di quelli, ci vediamo in Nazionale dopo gli anni insieme all'Inter. Cito anche Gnonto e Zanotti, con cui ho condiviso la prima parte di carriera. Raccontarsi gli aneddoti è sempre bello".
La prima convocazione:
"Avevo 15 o 16 anni, mi ricordo ancora quel momento: fu una gioia incredibile. È sempre bello ricevere queste chiamate. Sapevo che sarebbe stata lunga e che non avrei mollato".
Fuori dal campo:
"Giovanni fuori dal campo è un ragazzo come gli altri. A cui piace uscire con gli amici, stare in compagnia, con la famiglia. Quando ho qualche giorno libero mi piace stare con i miei nonni, con i miei genitori, rivedere i miei amici. Mi piace giocare a tennis e padel.
Gli obiettivi:
"Sono una persona che tende a prefissarsi gli obiettivi passi dopo passo, non mi piace farlo a lungo termine perché credo che sia giusto godersi anche il presente. Il mio obiettivo è fare bene con la maglia del Bologna e con quella dell'Under 21. Il sogno è di vincere l'Europeo del 2025. È un torneo a cui ci stiamo preparando da tempo molto bene. Questo è il sogno nel cassetto".
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