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Giacinto Facchetti: ricordi e aneddoti di Gianfelice, Picchi, Poretti e Bertolino

Sabine Bertagna Vice direttore 

Giacomo Poretti: "A Giacinto Facchetti devo una parte del mio successo professionale come comico. Quando facevo Mai dire gol mi venne in mente Mr Flanagan che non parlava inglese. In quel periodo lì Hodgson allenava l'Inter. Non si sapeva come fare arrivare alla società. Giacinto stranamente ammirava le nostre follie. Io mi cagavo sotto, lo chiamo. Vorremmo intervistare Roy Hodgson. E dai vieni ad Appiano Gentile. Lui che era disponibilissimo. Cosa devi fare? Devo prenderlo per il culo. Va beh. Giacinto gli dice guarda sono bravi ragazzi, fanno ridere. Grazie a Dio aveva un senso dell'umorismo spiccatissimo. Avrebbe fatto tutte le puntate. Da allora il personaggio è diventato famoso".

"A proposito delle figurine ho indebitato i miei genitori. Inter-Liverpool. Mio zio Luigi, grande interista e bestemmiatore, costrinse me e mio papà a vedere la partita. Tagliava erba nei prati, con un falcetto si era quasi staccato il pollice. Avrà avuto 30, 40 punti di sutura. Primo gol, segna Mario Corso, lo zio bestemmiò e il pollice si è quasi staccato. Perdeva sangue. Mio papà: "Andiamo al pronto soccorso", ma lui niente voleva assistere. Al terzo gol, di Facchetti, il pollice era staccato. Giacinto è stato quello che ha convinto lo zio ad andare al pronto soccorso. C'è una poesia che andrebbe studiata a scuola. Sono nato nel '56, sono nato in quel periodo lì. Il mio idolo calcistico era Sandro Mazzola. Grazie a Dio noi interisti, che colore che stiamo tirando fuori".