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Felipe Melo: “Derby d’Italia, vincerà l’Inter. Balotelli un attore, Chiellini non è un amico”

Alessandro Cosattini Redattore 
Ha giocato per Fiorentina, Juventus e Inter, ma il suo cuore è nerazzurro, e non perde occasione per ribadirlo: l'intervista di Felipe Melo

Ha giocato per Fiorentina, Juventus e Inter, ma il suo cuore è nerazzurro, e non perde occasione per ribadirlo. Felipe Melo risponde da Rio de Janeiro alla Gazzetta dello Sport verso il derby d'Italia di domenica:

Come vede Inter-Juve?

«I nerazzurri sono i più forti del campionato, ma la Juve di Motta è grande. Thiago ha fatto un lavoro enorme lo scorso anno a Bologna. È un derby e tutto può succedere, ma da interista penso vinceremo anche grazie al fattore campo. La Juve ha bisogno di più tempo, ma se vince... vola».

Douglas Luiz sta faticando.

«Sotto la guida del mio amico Unai Emery ha fatto benissimo, ma la Serie A è diversa rispetto alla Premier League: l’Italia di Mancini grazie alla tattica ha vinto un Europeo. In Inghilterra Douglas aveva più spazio, quando capirà meglio il calcio italiano diventerà una gioia per la Juve».

Chiellini la definì “una mela marcia, il peggio del peggio”, lei rispose dicendo che lui non ha etica. Vi siete chiariti?


«È un grandissimo professionista, io ero arrivato alla Juve giovane e spesso ci litigavo. Ha parlato di me nel suo libro, ma ho 4 figli: cosa mi metto a litigare? Chiariremo, però non è mio amico».

Litigò anche con Thiago Motta durante un Juventus-Inter per una sua “manata” a Balotelli.

«Ha fatto l’attore, col Var non mi avrebbero dato neanche giallo. Ma sono cose che rendono un derby caldo. È stata l’unica volta in cui ho litigato con Thiago».

La sua carriera si avvicina alla fine… qualche rimpianto?

«Avrei potuto restare alla Fiorentina. Io amo Firenze, l’unica bimba che ho è nata lì. Ma alla Juve mi ci spedirono. Avessi avuto l’esperienza di oggi mi sarei imposto».

Perché?

«Firenze è stata un sogno, la prima grande squadra della mia vita. Dei miei ex compagni sento spesso Mutu. E con lui ho una storia incredibile: ero appena arrivato, organizzano una cena di squadra. Per l’occasione mi metto al polso un bel Rolex falso comprato nel quartiere di Chinatown a New York. Mutu mi punta e inizia a ripetermi “Bello questo orologio...”. Poco dopo prende un bicchiere di vino rosso e me lo rovescia tutto sul polso distruggendomi l’orologio. Mi guarda e mi dice: “Bravo, ora vai a comprartene uno vero!”».

È a un passo dall’addio al calcio giocato. Ha un messaggio?

«Sono a posto con me stesso, voglio seguire i miei figli e dedicarmi ad altro. Il bambino di 6 anni che voleva diventare calciatore ha realizzato i suoi sogni. Ora diventerò un grandissimo allenatore» .