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«È un grandissimo professionista, io ero arrivato alla Juve giovane e spesso ci litigavo. Ha parlato di me nel suo libro, ma ho 4 figli: cosa mi metto a litigare? Chiariremo, però non è mio amico».
Litigò anche con Thiago Motta durante un Juventus-Inter per una sua “manata” a Balotelli.
«Ha fatto l’attore, col Var non mi avrebbero dato neanche giallo. Ma sono cose che rendono un derby caldo. È stata l’unica volta in cui ho litigato con Thiago».
La sua carriera si avvicina alla fine… qualche rimpianto?
«Avrei potuto restare alla Fiorentina. Io amo Firenze, l’unica bimba che ho è nata lì. Ma alla Juve mi ci spedirono. Avessi avuto l’esperienza di oggi mi sarei imposto».
Perché?
«Firenze è stata un sogno, la prima grande squadra della mia vita. Dei miei ex compagni sento spesso Mutu. E con lui ho una storia incredibile: ero appena arrivato, organizzano una cena di squadra. Per l’occasione mi metto al polso un bel Rolex falso comprato nel quartiere di Chinatown a New York. Mutu mi punta e inizia a ripetermi “Bello questo orologio...”. Poco dopo prende un bicchiere di vino rosso e me lo rovescia tutto sul polso distruggendomi l’orologio. Mi guarda e mi dice: “Bravo, ora vai a comprartene uno vero!”».
È a un passo dall’addio al calcio giocato. Ha un messaggio?
«Sono a posto con me stesso, voglio seguire i miei figli e dedicarmi ad altro. Il bambino di 6 anni che voleva diventare calciatore ha realizzato i suoi sogni. Ora diventerò un grandissimo allenatore» .
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