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Frattesi: “Top negli inserimenti? Allenamento e istinto. E sono agevolato da…”

Matteo Pifferi Redattore 
Gli inserimenti di Frattesi l'anno scorso hanno risolto tante partite, portando punti importanti per la conquista dello scudetto

Davide Frattesi è unanimemente riconosciuto come uno dei centrocampisti più bravi negli inserimenti in attacco, tanto è vero che l'anno scorso ha contribuito in maniera determinante, segnando gol belli, pesanti e decisivi, nella stagione trionfale dei nerazzurri.

Nel corso di un'ampia intervista concessa a La Stampa, Davide Frattesi ha parlato proprio di questo aspetto.

Partiamo dal marchio di fabbrica: i blitz dalla seconda linea.

«Una dote istintiva. Può essere allenata, ma bisogna partire da una base innata. Mi ha aiutato il fatto di essere stato attaccante nelle giovanili della Lazio: conosco bene l’area. L’atteggiamento dell’Inter agevola perché creiamo sempre tante occasioni. Poi giocavo a tennis ed è un po’ come andare a rete, però nel tennis è più rischioso perché l’avversario ti passa se sbagli il tempo».

Perché in Italia i giovani devono fare una trafila lunghissima prima di convincere i grandi club?

«Di base c’è qualcosa di sbagliato. Anche se, quando arrivi in una grande squadra, capisci che è difficile perché è necessario vincere e quindi non è facile inserire i giovani. Ma nelle squadre piccole si potrebbe fare di più. I campionati giovanili, compresa la Primavera, non sono allenanti: non preparano al professionismo. Ricordo quando giocavo la Youth League: gli avversari andavano il doppio di noi. C’è un forte divario fisico. È meglio andare a giocare a 16 anni in serie B o C. Anche per l’esperienza di vita: cambi città e gruppo. La squadra Under 23 non è altrettanto formativa perché ci arrivi insieme a compagni con cui giochi da tempo».