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Siete a un punto dalla vetta.
—«Capisco dove vuole arrivare. No, lo scudetto è un concetto lontano: non dico che sia impossibile, ma la squadra non è stata costruita per quello. Dobbiamo cercare di tornare in Champions. E in ogni caso sono convinto che possiamo vivere una stagione importante».
È riuscito a dormire dopo l’autogol contro la Juve?
—«Sì, sono cose che possono succedere. Però ringrazio i tifosi della Lazio, il loro sostegno dopo quell’episodio è stato decisivo».
Con Sarri, due stagioni fa, lei ha vissuto un momento difficile.
—«Non ho giocato per più di un anno, non mi dava fiducia. All’inizio l’ho presa male, ero arrivato alla Lazio con tante aspettative ed è stata dura, mi ero intristito, mi sentivo in un tunnel. In quel periodo ho avuto bisogno dell’aiuto di uno psicologo, è stato fondamentale, mi ha insegnato a vedere le cose in modo positivo. Sarri aveva le sue ragioni, non ero un top e dovevo crescere, ora lo ringrazio perché mi ha insegnato tanto a livello tattico. Sono maturato parecchio da allora».
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