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Gila: “Sarri? Mi era servito lo psicologo. Scudetto? Concetto lontano. Non dico…”

Gianni Pampinella Redattore 
Intervistato da Repubblica, il difensore analizza l'inizio di stagione al top della Lazio

Nella sorprendente Lazio che vola in campionato e in Europa League, Mario Gila è uno degli uomini chiave. Intervistato da Repubblica, il difensore elogia l'artefice di tutto ciò, Marco Baroni. "Cos'ha di speciale? L’umiltà. Ci sono tecnici che dicono subito “qui comando io” e si comportano di conseguenza. Lui è diverso, ti vuole bene, coinvolge tutti, comprende le necessità di ciascuno di noi. Ecco perché nella Lazio chi entra dà sempre il 100%".

Ma almeno lei si aspettava la Lazio così in alto dopo 12 giornate?

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«Sinceramente no. Venivamo da una stagione difficile, due allenatori si sono dimessi, non pensavo che i risultati sarebbero arrivati così presto. Quest’anno possiamo realizzare qualcosa di bello».

Siete a un punto dalla vetta.

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«Capisco dove vuole arrivare. No, lo scudetto è un concetto lontano: non dico che sia impossibile, ma la squadra non è stata costruita per quello. Dobbiamo cercare di tornare in Champions. E in ogni caso sono convinto che possiamo vivere una stagione importante».

È riuscito a dormire dopo l’autogol contro la Juve?

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«Sì, sono cose che possono succedere. Però ringrazio i tifosi della Lazio, il loro sostegno dopo quell’episodio è stato decisivo».


Con Sarri, due stagioni fa, lei ha vissuto un momento difficile.

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«Non ho giocato per più di un anno, non mi dava fiducia. All’inizio l’ho presa male, ero arrivato alla Lazio con tante aspettative ed è stata dura, mi ero intristito, mi sentivo in un tunnel. In quel periodo ho avuto bisogno dell’aiuto di uno psicologo, è stato fondamentale, mi ha insegnato a vedere le cose in modo positivo. Sarri aveva le sue ragioni, non ero un top e dovevo crescere, ora lo ringrazio perché mi ha insegnato tanto a livello tattico. Sono maturato parecchio da allora».