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Perché non può ripetersi?
«Innanzitutto perché passano gli anni. Chi lo ricorda bene all'inter, sa che dopo è sceso di rendimento sia in Inghilterra che alla Roma. Così come adesso nel Napoli. A Milano ha vissuto il suo picco più alto, calcisticamente parlando».
Qualcun altro?
«Lui cambia squadra quasi ogni anno e forse questo gli indebolisce il senso di appartenenza verso una maglia, è come se non si sentisse legato nel tempo a una squadra. Può essefe una spiegazione a quanti si chiedono perché in campo non sia un leader, un trascinatore, perché non abbia - come sostiene Pierpaolo Marino - il fuoco dentro».
Dunque, non è soltanto una questione legata alla carta d'identità.
«No, questo è uno dei vari fattori. Una coppia d'attacco come quella formata da Lukaku e Lautaro non si rivedrà più, sembravano fatti l'uno per l'altro. Si cercavano e si trovavano a occhi chiusi e Romelu aveva un altro passo, un'altra fisicità».
E pure un'altra squadra.
«Giusto. L'Inter di allora lo metteva nelle condizioni ideali per poter esprimere tutto il suo potenziale. lo me lo ricordo bene, possedeva una forza fisica incredibile, si trascinava dietro due o tre difensori».
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