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Ciccio Graziani, intervistato da Diretta News, è tornato a parlare di quanto accaduto a Bove in Fiorentina-Inter:
"Tanta commozione, tanta paura, mi sono ritornate in mente anche le immagini che ho vissuto con Giancarlo Antognoni. Io ero in campo in quel momento e, quindi, ho rivissuto un incubo. Per fortuna adesso le notizie sulla salute del ragazzo sono buone: è fuori pericolo di vita e questo è già il miracolo più bello. Poi, da quello che si dice, dovranno mettergli un defibrillatore e, se sarà così, lui in Italia non potrà più giocare al calcio".
Come avrebbe vissuto lei l'obbligo di dover andare a giocare all'estero per non interrompere il suo sogno?
"È una cosa che bisogna vivere sulla propria pelle, non lo so. Se ci penso mi vengono i brividi, anche perché sapendo di avere una macchina che mi regola il cuore nel caso in cui dovesse avere un problema, già partirei con un pensiero di condizionamento. Non sei più libero e, quindi, la paura, la preoccupazione c'è sempre. Poi i medici ti dicono che non rischi nulla, che non ti devi preoccupare e magari questo ti solleva un po', ma ho l'impressione che mentalmente uno possa far fatica ad abituarsi a questa cosa. Hai sempre la percezione e la paura che in un momento di grande sforzo, di un contatto di gioco, possa succedere qualcosa. Solo a pensarci mi condiziona e mi dà tristezza, sarà il ragazzo a valutare. Eriksen per esempio ce l'ha fatta e credo che non sia l'unico. Non possiamo metterci nei panni di Edoardo".
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