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Gudmundsson: “Io, assolto spero solo di non danneggiare le donne vittime di violenza”

Gianni Pampinella Redattore 
Il giocatore della Fiorentina una settimana fa è stato assolto in primo grado dall’accusa di violenza sessuale

Una settimana fa Albert Gudmundsson è stato assolto in primo grado al tribunale distrettuale di Reykjavík dall’accusa di violenza sessuale su una donna. Intervistato da Repubblica, il giocatore della Fiorentina racconta come ha vissuto questo periodo. "Come ho già detto, è stato un anno duro da affrontare sul piano mentale ma penso che la pressione, l’ansia e la negatività siano cose che ognuno di noi attraversa nel corso della vita. L’importante è imparare dalle esperienze e credere nei propri valori. Io ho 27 anni e ne ho passate tante: ovviamente è stato difficile ma è importante rimanere positivi. Ho anche letto molti libri sulla mentalità di crescita e consiglio a tutti di farlo".

A cosa si è aggrappato?

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«Conosco il mio valore e i miei principi, non ho nulla di cui preoccuparmi. Ho imparato che la mia famiglia e i miei amici sono tutto per me, sarò loro per sempre grato».

Fuori dal campo come ha vissuto?

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«Sono sempre stato calmo. Non mi interessa nient’altro perché sono molto felice della mia vita. Ho una bella famiglia, ho due bellissimi bambini, ho genitori molto attenti e amorevoli, ho amici fantastici. Da mia madre ho preso la forza mentale, l’essere sempre concentrati, ma anche la gentilezza, la dolcezza. È un esempio, una fonte d’ispirazione. Come mio padre, commentatore sportivo in tv. Magari seguirò le sue orme finita la carriera, chissà».

La sua federazione, finora, aveva sospeso la sua convocazione, in applicazione del codice etico.

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«Finalmente posso tornare. Sono stato in contatto con il ct e non vedo l’ora di giocare di nuovo per il mio Paese».

C’è un messaggio che sente di dare dopo la sua vicenda?

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«Anche se c’è una donna che mi ha accusato ingiustamente, spero che questo non danneggi le altre donne che sono realmente vittime di violenza».


Ha mai pensato a uno psicologo?

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«Ne ho avuto bisogno nel 2017, quando avevo 20 anni e non giocavo col Psv. Non avevo un buon feeling con l’allenatore e non ero felice di questo. Un mental coach mi ha aiutato a gestire le emozioni con esercizi per attivare un mood positivo e mi ha dato consigli su libri di auto-aiuto che leggo ancora oggi».

È un tema che riguarda il calcio?

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«Penso di sì, ci sono molti giocatori che hanno bisogno di sostegno».

Gosens, che gioca con lei nella Fiorentina, è laureato in psicologia...

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«Parliamo di aspetti mentali, perché nel calcio sono molto importanti. E il fatto che abbia già conseguito una laurea mentre giocava è impressionante».

E ora ne ha uno?

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«No, al momento no. Sono mentalmente molto forte. Sento che non c’è molto di negativo nellavita che possa entrare facilmente nella mia testa e non prendo le critiche sul personale. Conosco il mio valore, so cosa rappresento e so di avere una famiglia e degli amici che mi sostengono molto».

(Repubblica)