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Gullit: “Champions? Inter più pericolosa, DNA in evidenza. Derby, Milan deve salvare stagione”

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Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex campione del Milan Ruud Gullit ha parlato del derby di stasera e della semifinale dell'Inter col Barça
Andrea Della Sala Redattore 

Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex campione del Milan Ruud Gullit ha parlato del derby di stasera e della semifinale dell'Inter col Barça:

Partiamo da questo derby di Coppa Italia tra Milan e Inter.

«Se il Milan vuole salvare la stagione deve vincere la Coppa Italia. Perché è un trofeo e perché apre le porte dell’Europa League, che al momento sono chiuse. Lo so che parlando di titoli quest’anno è arrivata la Supercoppa italiana ma quella è stata una sorpresa e non dico che sia già stata dimenticata, ma è isolata, è un ricordo. I tifosi non sono felici, non sono contenti del gioco della squadra. Un po’ come succede al Chelsea, un altro club al quale sono affezionato, anch’esso in mano a proprietari americani e che al momento è in cerca del proprio Dna. I tifosi si chiedono: “Cosa sta succedendo?”».


E dall’altra parte c’è l’Inter che invece è perfettamente riconoscibile.

«Esatto! Un’ottima squadra, una filosofia tanto di gioco come societaria molto precisa ed identificabile, il Dna in evidenza: tutti sanno come gioca l’Inter e cosa aspettarsi, in campo e fuori».

Chi vince lo scudetto tra Inter e Napoli?

«Sarà durissima. Conte e Inzaghi giocano con lo stesso sistema, hanno squadre solide e soprattutto riconoscibili. Quando li affronti sai a cosa vai incontro, e se sei un tifoso di Inter o Napoli sai cosa aspettarti. Impossibile dire oggi chi vincerà, anche perché l’Inter lotta su tre fronti e il Napoli pensa solo alla Serie A».

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A proposito di Dna, il Barça rivale dell’Inter in Europa sì che lo ha ben chiaro.

«Eccome. È lo stesso dai tempi di Cruijff e anche quando giocavano male e non vincevano non hanno mai abbandonato le proprie idee. Hanno preso decisioni sbagliate comprando giocatori inadatti all’idea di gioco ma non hanno mai lasciato la loro strada. E poi quando si sono trovati in grandi difficoltà economiche cos’hanno fatto? Sono tornati alle radici, ai giovani della cantera cresciuti in un ambiente tattico preciso, marcato. E con il Dna Barça sono risaliti. È successo lo stesso anche alla nazionale olandese: siamo affondati, e siamo risaliti con le nostre qualità e le nostre caratteristiche. Per questo dico che non bisogna mai mollare il proprio Dna».

Come vede le semifinali di Champions?

«Difficili. Le semifinaliste giocano un calcio d’attacco con l’Inter che è la più difensiva ma anche la più pericolosa. La squadra di Inzaghi è la più prudente, gioca un 3-5-2 basato su una grande difesa perché resta sempre un club italiano, ma sa anche attaccare molto molto bene. Nel Barça e nel Psg ci sono tanti giovani che si stanno mettendo in evidenza, Lamine Yamal è straordinario e Luis Enrique ha fatto una trasformazione enorme con il lancio di ragazzi di grande qualità come Doué, Barcola, Pacho, Nuno Mendes, Joao Neves. Mi piace il 4-3-3 dell’Arsenal, mi sembra abbiano grande forza, ma non solo».

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