01:14 min

news

Helveg: “I derby li ho vissuti con entrambe le maglie. In carriera non ho mai…”

Gianni Pampinella Redattore 
Helveg: “I derby li ho vissuti con entrambe le maglie. In carriera non ho mai…” - immagine 1Helveg: “I derby li ho vissuti con entrambe le maglie. In carriera non ho mai…” - immagine 1
In vista di Udinese-Milan di questa sera, la Gazzetta dello Sport ha intervistato il doppio ex della gara, Thomas Helveg

In vista di Udinese-Milan di questa sera, la Gazzetta dello Sport ha intervistato il doppio ex della gara, Thomas Helveg. Il danese ricorda i suoi trascorsi a Milano e Udine. "Udinese e Milan mi hanno regalato nove anni e mezzo di soddisfazioni indimenticabili".

Helveg, partiamo da Udine.

—  

«Arrivai nel novembre 1993 quando, prima della sentenza Bosman, le squadre potevano schierare tre stranieri. Ero giovane, ma mi sono ambientato bene perché Udine era un posto perfetto dove giocare senza pressione. Il primo anno siamo retrocessi in B, ma siamo subito risaliti e poi con Zaccheroni siamo arrivati terzi nel 1997-98».

Nell’estate 1998 ecco il Milan.

—  

«Bierhoff, io e mister Zaccheroni: il tridente dei friulani a Milano (ride, ndr ). La chiamata del Milan è stata una gioia immensa. Le pressioni erano diverse, ma abbiamo vinto subito lo scudetto».

Il Milan ora un’anima italiana non ce l’ha.

—  

«In futuro avere più italiani in campo non è una scelta sbagliata, ma non è facile da realizzare perché la possibilità di scelta sul mercato è ridotta».


Si aspettava una stagione così dai rossoneri?

—  

«Forse sono mancate un po’ di calma e di stabilità. È un peccato perché il Milan per la sua storia meriterebbe un’altra classifica. Se non si qualificherà per la Champions, la prossima annata dovrà riorganizzarsi e rilanciarsi».

Intanto però può vincere la Coppa Italia.

—  

«Non sarebbe male perché vorrebbe dire eliminare in semifinale l’Inter e giocare in Europa League. I derby di Milano li ho vissuti con entrambe le maglie e me li ricordo bene: in carriera non ho mai trovato gare così avvincenti e sentite dalla gente».

(Gazzetta dello Sport)