Ciro Immobile, ex attaccante e capitano della Lazio, parla anche di Simone Inzaghi a Storie di Serie A su Radio-TV Serie A con RDS. “La Lazio mi ha dato tutto e io ho dato tutto a lei. È stato un amore folle. All’inizio dai tifosi non ero visto benissimo perché io arrivavo da un campionato fatto bene con il Torino in Serie A, ma poi mi sono perso un po’ e quindi questo ha portato ad un po' di scetticismo che è stato spazzato via dopo i primi sei mesi per la grinta e la voglia che mettevo in campo”.


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Immobile: “Sarebbe bello tornare in Italia! Inzaghi davvero forte, è maniacale nel…”
IL CAMPIONATO DEL 2020 - “All’interno di quel gruppo si era creata un’alchimia pazzesca. Fino alla partita contro l’Atalanta in casa finita 3-3 fu un’annata molto difficile. Inzaghi fu a rischio esonero e noi a rischio contestazione. Dopo quella partita però, è scattato qualcosa dentro di noi che ci ha fatto unire ancora di più. L’ambiente emanava un'energia positiva pazzesca, le partite finivano prima di iniziare perché era veramente complicato giocare contro quella Lazio. Però ovviamente fermandoci per tre mesi, è stato come se partisse un nuovo campionato. Perdemmo un po’ di punti e andandoci a confrontare contro squadre importanti, quel treno alla fine lo perdemmo. Ci furono poi due partite emblematiche: una contro il Bologna vinta 2-1 e l’altra contro il Genova a Marassi. Quella la ricordo molto bene perché avevamo festeggiato in settimana i miei 30 anni. Eravamo tutti insieme tre giorni prima della partita e si vociferava la parola scudetto. Noi eravamo un po' ingenui e quando scendevamo in campo era bellissimo. Mi ricordò che segnammo subito con Marusic che fece un’azione travolgente in mezzo a due. Stavamo bene anche fisicamente e questo ci aiutava. Però già lì era stata rinviata qualche partita, c’era già qualche problema e quello ci ha bloccato ovviamente”.
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SIMONE INZAGHI - “L’aspetto che prevale del mister è il fatto che lui riesca ad unire l'aspetto maniacale della tattica all’aspetto comportamentale di unione della squadra e per me è fondamentale creare un’alchimia tra i giocatori. Non dico che si debbano voler bene o debbano essere amici, ma passi tutta la stagione insieme ai tuoi compagni di squadra e se non c'è quell'alchimia, quella voglia di vincere insieme e di aiutarsi, è dura. E lui in questo è davvero davvero forte”.
L’ADDIO ALLA LAZIO - “La mia famiglia ed io nell'ultimo periodo stavamo già pensando di cambiare, di andare via perché tutte le cose hanno un inizio e una fine. Avevamo questo pensiero perché poi la Lazio stava cambiando identità, voleva fare un ricambio generazionale. Nell'arco dei miei otto anni a Roma sono andati via Inzaghi e tanti giocatori che hanno fatto con me la storia della Lazio. Non posso biasimare i tifosi che ci sono rimasti male perché anche per me è stato così. Più per il fatto di non averli potuti salutare, mi sarebbe piaciuto fare l'ultimo giro con loro, con la mia famiglia, per prendermi ancora una volta il loro amore e dare il mio a loro, però non si può avere tutto nella vita”.
IPOTESI RITORNO IN ITALIA - “Sto ancora bene di testa e ho voglia, quindi è ovvio che poter ritornare nel campionato dove ho battuto i record, dove sono esploso, sarebbe bello. Non è detto che poi dopo la Turchia io smetta, non è nelle mie intenzioni, anzi sto lavorando per un gran finale anche da un'altra parte”.
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