Lautaro Martinez, capitano dell'Inter, ha rilasciato una lunga intervista per il film "In Arte Lautaro". Ecco le sue dichiarazioni complete.
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Lautaro dice tutto: “Inter, voglio altri trofei! Nel 2021 avevo tante offerte ma rimasi perché…”
IL PRIMO GIORNO - "Una giornata molto molto speciale per me: arrivare in un club come l'Inter è stato un sogno. Ho lavorato tantissimo da piccolo in Argentina, la mia famiglia non mi ha mai fatto mancare niente: il nostro sogno argentino è fare il salto in Europa, il calcio europeo è molto importante. E poi quando l'Inter mi ha chiamato, non ho dubitato per un secondo dall'inizio: il mio arrivo qui mi ha segnato tanto anche a livello personale cambiando paese e cultura. L'Inter è stata molto vicino a me, li ringrazio tanto: io sono arrivato sconosciuto, giovane e senza conoscere lingua e cultura: mi sono sentito subito a casa, hanno messo a disposizione tutti per farmi sentire bene. Io tengo tanto alla famiglia: quando mia mamma ha visto l'amore che mi hanno dato è stata più tranquilla".
IL GOL CON L'ATLETICO - "Mi ha aiutato tanto perché era la prima partita vera con i tifosi, la gara era importante anche se era un'amichevole: è stato importante per dire "sono arrivato". Dopo il gol mi sono reso conto di aver fatto un bel gesto tecnico: in allenamento avevo fatto un gol simile una settimana prima: a volte le cose che si allenano vengono. Ero molto contento per il gol bello: poi l'ho fatto vedere a tutti, anche se parlavo poco la lingua. Ha detto a tutti che Lautaro era arrivato all'Inter".

IL PRIMO GOL IN SERIE A - "Mi ricordo il boato di San Siro: giocavo poco, quando entravo volevo segnare. Iniziai da titolare, me la ricordo bene: quel gol ha iniziato tutto il mio cammino con questa maglia e con questi fantastici tifosi".
PRIMO MARCATORE STRANIERO DELL'INTER - "Essere arrivato in testa in questa classifica vuol dire tanto per me e per gli argentini, siamo molto legati all'Inter: ho lavorato duro, sono molto felice, vuol dire che ho fatto le cose per bene".
GOL COL NAPOLI - "Era un big match, fu al 90' in una partita dopo lo stop di Natale: me la ricordo come fosse ieri, era un periodo difficile come squadra. Fu un gol pesante, il Napoli era forte: facemmo una grande partita, poi segnai e ruppi la bandierina. Perché quando uno è abituato a far gol e questo non arriva, è difficile quel periodo: lavoravo tanto con lo psicologo, poi l'ho un po' lasciato perché con l'aiuto della famiglia se ne esce".

IL PRIMO GOL NEL DERBY - "Non si scorda mai, significava tanto: eravamo fuori casa, era un periodo in cui non stavamo vivendo un momento facile in spogliatoio. Uscì la squadra, dal primo minuto giocammo come si deve: alla prima palla toccata feci assist per Vecino e poi calciai quel rigore. Fu un momento bellissimo: segnare è sempre bello ma nel derby ha un sapore diverso, è più bello farlo lì. I derby qui si vivono in modo simile all'Argentina: tifosi caldi, stadio sempre pieno. E poi la settimana è speciale".
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