IL GRUPPO - "E' la cosa principale della squadra: se hai un gruppo unito, che va sulla stessa strada e pensa allo stesso modo e agli stessi obiettivi, è più facile vincere. Le grigliate sono una cosa che ho cominciato a fare da quando sono arrivato, chiedendo sempre permesso al nutrizionista, al mister e al team manager: dopo l'allenamento devi rilassarti e parlare di cose di cui in spogliatoio non parli. La porto avanti, mi piace farlo: a volte si esce a cena, ma è difficile perché ci sono altre persone. Qui invece rimani nel centro sportivo e per me è importante. E' una tradizione che portiamo avanti noi argentini, anche Zanetti, Cambiasso e Milito lo facevano, sicuramente hanno il mio stesso pensiero: mi ricorda casa mia, mio padre quando torno a casa mi dice di farla io perché ormai la faccio sempre io. Racconto un aneddoto: prima nella casa vecchia al secondo piano ho fatto fare la griglia e c'era una signora che mi faceva sempre i video. Ora abito sopra a tutti e nessuno può dirmi niente (ride, ndr).
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SCUDETTO PERSO COL MILAN - "Provai tristezza per prima cosa: era un momento in cui eravamo vicini a vincere un altro scudetto, ma la delusione parte dalla partita che sappiamo tutti. Potevamo fare grandi cose ma i conti non sono andati dalla nostra e abbiamo perso lo scudetto: è stato un colpo durissimo per me, avevo creduto nel progetto dell'Inter e cosa mi era stato detto quando c'erano tante offerte. Quando vinci il primo vuoi continuare a vincere: non arrivare all'obiettivo è stato un colpo difficile da far andare via ma queste cose ti fanno crescere, a volte anche più della vittoria. Siamo arrivati ad un passo dall'obiettivo, vuol dire che il lavoro è stato fatto bene: ci è mancato qualcosa. Ci si rialza lavorando di più credendo in quello che fai: perché se non ci credi è difficile raggiungere gli obiettivi. Noi abbiamo lavorato credendo tanto in quello che facevamo aggiustando cos'era mancato: da lì sono arrivate tante cose belle, abbiamo fatto un ottimo lavoro. Quando ha fischiato la fine l'arbitro tutta la gente era ancora allo stadio dopo aver saputo all'intervallo l'altro risultato: per noi è stato importante sentire il calore nonostante la sconfitta, ci ha legato tantissimo ai tifosi perché in un momento così vedere la gente al nostro fianco soffrire come noi era un messaggio importante. Ci siamo sentiti troppo vicini a loro".

IL MONDIALE - "Dopo sono tornato a casa mia all'Inter, dove l'affetto è sempre importante. Vincere un Mondiale è sempre speciale, bello e difficile: poi per tutto quello che ho vissuto, lo spirito di sacrificio per me vuol dire non mancare un allenamento ed essere sempre in campo. Io vivo così il calcio, ho giocato con la caviglia distrutta praticamente: facevo infiltrazioni tutti i giorni. Già nella seconda gara non avevo più sensibilità, non sentivo quando toccavo il pallone. Poi a fine stagione dopo la Champions League volevo operarmi: una decisione difficile. Mi viene da piangere perché io all'Inter do tutto, quando le cose non vanno uno cerca di lasciarle indietro: io ho sempre dato il massimo e a volte queste cose non si vedono. Io lavoro sempre al massimo, cerco di aiutare i compagni. Io sono arrivato a giocare un Mondiale con una caviglia così perché ho voluto sempre stare in campo e allenarmi: per me essere mancato al Mondiale in Russia è stato durissimo. Ed essere arrivato in Qatar così non era quello che volevo, ma io sono così: do il massimo ogni giorno e non guardo quello che arriva. Io vivo così coi miei figli, a livello personale e a livello calcistico: è tutto qua".
EURODERBY - "All'andata abbiamo fatto due gol subito, siamo partiti nella maniera corretta: non abbiamo lasciato niente al Milan. Al ritorno dovevamo fare lo stesso, serviva vincere per andare in finale: non sapevamo se saremmo riusciti a fare lo stesso lavoro dell'andata, ma in queste partite quando fai una bella andata devi andare avanti anche se sei in vantaggio. Abbiamo capito bene il messaggio e anche il ritorno l'abbiamo affrontato in modo corretto facendo quello che volevano il Mister e lo staff: siamo andati in vantaggio meritatamente. Sicuramente quel gol è il più emozionante per tutto quello che significava tornare in finale di Champions e giocare una semifinale col Milan: come emozione rimane uno dei più importanti che ho fatto. Quella settimana tanti tifosi mi aspettavano tanti tifosi al mio ristorante, al parco non riuscivo ad andare perché la gente era emozionata. Giocare il ritorno in casa è stato bellissimo".
CENTESIMO GOL IN FINALE DI COPPA ITALIA - "La serata era iniziata male ma poi i tifosi hanno cominciato a cantare e ci hanno dato una spinta e abbiamo portato la coppa a casa. Bellissimo parlare di 100 gol all'Inter, poi farlo in finale è veramente unico".
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