LA FASCIA - "La fascia al braccio è una cosa molto importante per un calciatore, di più in club come l'Inter, che ha avuro capitani che hanno fatto la storia. Io lo sapevo da un po' che sarei stato il capitano: poi quando giochi la prima partita con la fascia è tutto orgoglio e felicità. Con o senza quella al braccio io sono lo stesso: è stata una scelta del club e del Mister, fa piacere portarla ed è un orgoglio. Come capitano io ho bisogno di tutti: la porto, ma la squadra è la cosa più importante e ho bisogno dal più grande al più giovane. Rispetto e umiltà, mi porto queste cose".
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POKER A SALERNO - "Ricordo particolare perché avevamo tre partite di fila e il giorno prima il Mister mi aveva detto che sarei andato in panchina per recuperare: io ero un po' incazzato perché voglio giocare sempre. Poi sono entrato e sono riuscito a sbloccare la partita, si stava mettendo in difficoltà: poi aprendo la gara c'erano più spazi e poi ho fatto quattro gol. Adesso ogni volta il Mister quando vado in panchina mi dice "se fai come a Salerno...".

INZAGHI - "Abbiamo parlato tantissimo, mi ha promesso cose che ha fatto: lo ringrazio tanto, la mia crescita è anche grazie a lui, ti dà la libertà di esprimerti al massimo. Lui lavora col sorriso e questo è un vantaggio".
LA SECONDA STELLA - "Questa partita rimarrà per sempre, per tutto il mondo Inter. Prima della gara ricordo molto bene il discorso: era una delle partite più importanti per tutti noi, per tutto quello che significava vincere lo scudetto nel derby. Era una cosa bellissima da fare. Io ho cercato di dire tutto quello che mi usciva nel momento, non mi preparo prima: in quel momento mi sentivo di dire ai ragazzi che eravamo a 90 minuti da scrivere la storia: e così è stato. Abbiamo scritto una pagina importante per questo club. Alla fine ho provato a correre verso la Curva come tutti ma non sono riuscito perché mi sono emozionato: ho pensato allo scudetto e alla finale di Champions persi. Tutte quelle emozioni sono arrivate nella mia testa quando l'arbitro ha fischiato: siamo riusciti ad arrivare all'obiettivo principale: la seconda stella".

LA COPPA - "Era il momento che tutti volevamo vivere: è stato il mio primo scudetto da capitano, non vedevo l'ora di alzarla. Quella data non arrivava più, me lo sono goduto tanto perché era il momento che volevo di più con la fascia: era speciale".
LA FESTA - "Dopo il giro con il pullman scherzavamo tutti: ci abbiamo messo tantissimo ma io la rifarei ancora. E' stato incredibile, nel primo scudetto non ci siamo potuti godere l'affetto dei tifosi in tutta la città. Anche al Mondiale non siamo riusciti ad arrivare alla fine, qui non riuscivamo ad arrivare al Duomo per la gente che c'era".
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