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Partiamo da Lautaro: merita la top 5 del Pallone d’Oro?
«Che arrivi quinto, quarto o più in alto ancora, non conta molto. Ciò che è importante è il grande nome che si è fatto con merito in tutta Europa: tutti oggi sono d’accordo nel dire che Lautaro sia uno degli attaccanti migliori. Per me è speciale, mi specchio in lui: non solo nei gol, ma ricorda me nel modo in cui lotta. Siamo guerrieri, l’area di rigore è il nostro campo di battaglia».
Thuram ha la stessa fame?
«Quello che mi colpisce in Marcus è la crescita continua, costante. Chissà dove può arrivare di questo passo. Ha la dote dei grandi, compare in area al momento giusto. Lo aiuta forza fisica, è ossigeno puro per la squadra. Io giocavo contro suo padre, ma ormai anche lui, in ruolo diverso, dà la stessa sicurezza. Lo aiuta Lautaro, ma anche lui fa il bene del compagno».
La Juve ha la stessa forza d’urto offensiva?
«Hanno cambiato tanto, soprattutto l’identità: non è una cosa da poco. Per questo a Thiago Motta serve tempo. A me una punta centrale come Vlahovic piace molto, anche se è un po’ irregolare nelle prestazioni».
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