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Iuliano: “Era fallo di Ronaldo. Calciopoli? Tutte chiacchiere. Non voglio tirare in ballo Simoni che…”

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Mark Iuliano torna sul più grande scandalo del calcio italiano, con la sacrosanta retrocessione della Juve
Redazione1908

Mark Iuliano, intervistato dalla Gazzetta dello Sport, torna sul più grande scandalo del calcio italiano, con la sacrosanta retrocessione della Juventus, condannata in modo persino lieve rispetto ai fatti emersi durante il processo. Il difensore ex Juve prosegue con la sua difesa a oltranza.

Iuliano: “Era fallo di Ronaldo. Calciopoli? Tutte chiacchiere. Non voglio tirare in ballo Simoni che…”- immagine 2

Mark Iuliano, la solita domanda incombe.

«Non era fallo. Se fosse stato basket, sarebbe stato sfondamento di Ronaldo».

Allora il suo poteva essere valutato come un blocco, e il blocco nel calcio è vietato.

«È tutta interpretazione. Resto convinto che l’arbitro Ceccarini abbia pesato l’episodio in modo corretto. Io rimasi fermo, presi posizione. Ronaldo, con la sua velocità pazzesca, venne a sbattermi contro. Non avevo alcuna intenzione di fare fallo. Detto questo, trovo irrispettoso, sia per la grandezza di Ronaldo sia per me, che si insista a ingabbiarci tutti e due dentro quell’attimo. Ciò che succede sul campo finisce sul campo. Nel tempo, Ronie e io ci siamo incontrati varie volte e non abbiamo mai parlato dell’episodio. Ronaldo è stato un attaccante immenso, il più grande che abbia mai affrontato. Chi ama il calcio vorrebbe che i Ronaldo giocassero per sempre. Quella Juve del 1998 però era più forte di quell’Inter. Loro avevano Ronaldo, noi Zidane e Del Piero, ed eravamo più squadra».


Gigi Simoni, allenatore dell’Inter, protestò con veemenza, e usiamo un eufemismo.

«Simoni non c’è più, non può parlare, non è giusto tirarlo in ballo. Lo ricordo come un allenatore bravo e come un uomo da rispettare».

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Sullo sviluppo dell’azione, rigore per la Juve.

«E Pagliuca parò il tiro di Del Piero, molti lo dimenticano. Per noi giocatori è tutto finito lì».

Qualche anno dopo, Calciopoli.

«Alt. Eravamo una squadra pazzesca, tra le migliori al mondo, con allenatori come Lippi, Ancelotti e Capello, e non avevamo bisogno di aiuti né di aiutini. Sul campo, mai avuta la percezione che godessimo di agevolazioni. Calciopoli è stata un’inchiesta che poggiava su chiacchiere telefoniche in cui si parlava di tanti, però ha pagato soltanto la Juve».

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