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Da attaccante, ha capito perché a Lautaro capitano periodi in cui la palla non entra?
«Perché, c’è qualcuno che si preoccupa? Io lo vedo più sciolto dell’inizio: la gamba sta tornando quella giusta della Coppa America e di conseguenza arriveranno i gol. Con Lautaro si va sul sicuro, e poi quest’anno Thuram aiuta a “compensare”. È diventato un bomber: è una bellezza vederlo in area. I gol non sono mai casuali, ma figli di un miglioramento continuo. A Moenchegladbach rischiava di perdersi sulla fascia, ora è perfetto per stare in mezzo da centravanti».
Gli occhi tedeschi, però, sono tutti su Calhanoglu, che qui è cresciuto. Xabi Alonso ha detto che il turco è tra i top del ruolo.
«Lo è di diritto. Ormai dopo tanti anni da voi, è pure un po’ italiano e a Leverkusen non sarà tradito dai ricordi tedeschi… Non ho mai parlato con Calha, non so come si comporti nello spogliatoio, se si faccia sentire o meno, ma in campo vuole sempre la palla, come fanno i grandi giocatori, quelli con carattere».
Hakan è nato in Germania: oggi sarebbe potuto essere il titolare della sua nazionale?
«Magari quando a inizio carriera ha scelto di giocare per la Turchia, qualche dubbio poteva starci, ma adesso sarebbe un titolarissimo con la maglia tedesca, non ci sono dubbi».
Perché in nazionale non gioca Bisseck?
«Beh, lui mi piace tantissimo, sta scalando la classifica dei miei preferiti... Ma che potenza ha? E quanto può migliorare? Già l’anno scorso mi chiedevo perché non fosse ancora stato convocato. Spero succeda presto e, senza Pavard, avrà molte più occasioni».