Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex esterno dell'Inter Kolarov ha parlato della sfida tra Inter e Napoli e dei due tecnici
Intervistato da La Gazzetta dello Sport, l'ex esterno dell'Inter Kolarov ha parlato della sfida tra Inter e Napoli e dei due tecnici che lo hanno allenato, Inzaghi e Conte:
Mister Kolarov, partiamo dal suo ultimo tecnico: Inzaghi...
«Simone era già stato mio compagno di squadra alla Lazio dal 2007 al 2010: attaccante tecnicamente forte, meno cecchino di suo fratello Pippo, ma intelligente. Malato di calcio, osservava e capiva tutto: studiava già da tecnico. Poi l’ho avuto al mio ultimo anno all’Inter quando lui, appena arrivato, stava ancora prendendo le misure. Nelle ultime stagioni è cresciuto moltissimo, come dimostrano non solo la finale di Champions League raggiunta e lo scudetto vinto, ma la maturità, consapevolezza e identità che oggi possiede l’Inter, anche in Europa. I giocatori sono di primo livello e la rosa è ampia, certo, ma Inzaghi mette tanto del suo nella preparazione delle gare ed è bravo a lasciare esprimere liberamente i giocatori all’interno del suo disegno tattico. Simone ha trovato un solco tracciato, ma ha saputo aggiungere».
Parla del solco lasciato da Conte?
«Sì, Antonio ha rivoltato l’Inter come un calzino: ne ha cambiato mentalità, professionalità, attitudine al lavoro, alzando tanto l’asticella. E da piazzata, l’Inter è tornata vincente. Il suo lavoro in profondità si vede ancora oggi. Nel ricostruire, nessuno è come lui. E’ maniacale nella cura dei particolari e bravissimo a colpire i punti deboli degli avversari. È diretto e leale nei rapporti: sai sempre quello che pensa di te».
Nello spogliatoio avevano atteggiamenti diversi?
«Sì, ma sono arrivati anche in momenti differenti. Conte doveva essere più duro per voltare velocemente pagina. Simone ha dovuto gestire un gruppo che aveva già vinto. Diciamo che il loro carattere si è sposato bene nelle esigenze delle due fasi».