A gennaio scorso in Arabia lei disse che si divertiva nell’Inter «come da ragazzo al campo con gli amici». Si può dire che il divertimento è appena iniziato con la vittoria di Roma sulla Lazio?
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Lautaro: “Vivo per il gol, ma è cambiato il mio ruolo. Voglio tutto. Inzaghi ha un segreto”
«Sì, può essere. Quello è stato un segnale importante e dobbiamo continuare a lavorare sull’intensità. Anche perché il campionato quest’anno è ancora più difficile ed equilibrato. Quando ho detto quelle cose, la squadra si divertiva in campo e si vedeva. E forse finora abbiamo dato la sensazione di divertici un po’ meno. Ma sappiamo sempre cosa fare, come trovare il compagno: Inzaghi ci lascia libertà di esprimerci al massimo».
Che spiegazioni si è dato per il settimo posto al Pallone d’oro?
«Ci sono vari aspetti, ma credo di aver fatto un anno importante, non solo perché sono stato capocannoniere in Copa America e in serie A, ma anche per il modo di giocare».
Si sente sottovalutato?
«A volte sì. Però i trofei di squadra hanno un peso diverso».
Visto che Thuram ci ha detto che lei sorride poco, non è che lui dovrebbe essere più cattivo?
«Forse sì, ma ognuno è fatto a modo suo e io ho lo sguardo cattivo già il giorno prima della partita. L’importante è essere sempre concentrati, soprattutto quando le cose vanno male. E questo Inzaghi lo sa gestire benissimo».
Bastoni e Mkhitaryan votano per un’altra finale di Champions, Thuram sogna un altro scudetto. Ma tanto è il capitano che decide, no?
«E io voglio tutto. Quando inizi a vincere, non ti vuoi fermare perché sai quanto è bello essere ripagati del lavoro fatto. E questa mentalità voglio trasmetterla anche nelle partitelle. Ho avuto la fortuna di vincere il Mondiale e pensavo che non ci fosse più niente dopo: ma c’è tanto altro».
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