Durante l'intervista per il film "In Arte Lautaro", il capitano dell'Inter Lautaro Martinez si è commosso ripensando alla vittoria del Mondiale e alle sue precarie condizioni fisiche che non gli hanno permesso di rendere al meglio: "Vincere un Mondiale è sempre speciale, bello e difficile: poi per tutto quello che ho vissuto, lo spirito di sacrificio per me vuol dire non mancare un allenamento ed essere sempre in campo. Io vivo così il calcio, ho giocato con la caviglia distrutta praticamente: facevo infiltrazioni tutti i giorni.


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Lautaro svela: “Al Mondiale con la caviglia distrutta. E dopo la finale di Istanbul volevo…”
Già nella seconda gara non avevo più sensibilità, non sentivo quando toccavo il pallone. Poi a fine stagione dopo la Champions League volevo operarmi: una decisione difficile. Mi viene da piangere perché io all'Inter do tutto, quando le cose non vanno uno cerca di lasciarle indietro: io ho sempre dato il massimo e a volte queste cose non si vedono.
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Io lavoro sempre al massimo, cerco di aiutare i compagni. Io sono arrivato a giocare un Mondiale con una caviglia così perché ho voluto sempre stare in campo e allenarmi: per me essere mancato al Mondiale in Russia è stato durissimo. Ed essere arrivato in Qatar così non era quello che volevo, ma io sono così: do il massimo ogni giorno e non guardo quello che arriva. Io vivo così coi miei figli, a livello personale e a livello calcistico: è tutto qua".
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