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"Sì, credo proprio che il pareggio sia il risultato più giusto (ride, ndr). La Lazio è stata la squadra che mi ha portato in Italia. Ci sono rimasto quattro anni segnando tantissimi gol. E la Serie A era un torneo molto difficile in quel momento. Tutte le squadre erano forti".
Dopo Roma, Milano.
"L'Inter è stato il club più importante della mia carriera. Ho giocato al Borussia Dortmund, alla Lazio, al Nacional che è la squadra per cui tifo da quando sono bambino. Però all'Inter ho capito che dovevo fare gol per i tifosi. È stato bellissimo. Ogni tanto torno a Milano e ho tanti amici anche a Como. E ogni volta che ci vado, l'Inter mi riceve sempre con molto affetto. Quando sanno che sono lì, mi chiamano anche i tifosi e mi chiedono di andare a cena o a una festa. Mi sono sentito molto legato a loro. Ho sempre giocato per i tifosi. Volevo essere un idolo per la gente e non per un dirigente o un presidente".
Si aspettava di vedere la Lazio così in alto?
"È già da tanti anni che è forte. E oggi sta giocando un calcio bellissimo. Punta a tutto: a un piazzamento Champions, alla Coppa Italia, all'Europa League. Baroni è arrivato da poco, ma è un ex calciatore che ha giocato in 10 o 15 squadre. E questo è importante, perché conosce le dinamiche dello spogliatoio e può essere amico dei calciatori. Il mister deve essere un compagno e uno psicologo, deve avere grinta e fame di vittorie. I calciatori, oggi, guadagnano tantissimo e, quindi, lui deve cercare di non parlare mai di soldi, per evitare di caricarli di ulteriori pressioni. Il suo compito dev'essere quello di prepararli, motivarli e dirgli di divertirsi".
Non sono in pochi a vedere l'Inter tra le favorite in Champions League.
"L'Inter è sempre tra le favorite. Come il Real Madrid, il Barcellona, la Juventus. Sono forti e hanno vinto tantissimo non solo oggi, ma anche in passato".
Quanti gol segnerebbe Rubén Sosa in questa Inter?
"No, grazie. Ho già dato e segnato molti gol importanti contro tutte le grandi. Ora tocca godersi la vita e il pallone non lo voglio più vedere (ride, ndr). Ho corso tantissimo nella mia carriera: mi fa male il ginocchio, mi sono rotto la schiena... Basta".
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