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Luis Alberto: “Inzaghi già un top, senza di lui sarei andato in Spagna. Io all’Inter? No no…”

Andrea Della Sala Redattore 
L'ex centrocampista della Lazio, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato del suo rapporto col tecnico dell'Inter

L'ex centrocampista della Lazio Luis Alberto, intervistato da La Gazzetta dello Sport, ha parlato del suo rapporto col tecnico dell'Inter Simone Inzaghi:

La favorita resta l’Inter? 

"Sì. Seguono il Napoli e l’Atalanta. Poi infilo Fiorentina e Lazio. Sarebbe un sogno vedere i compagni e i tifosi festeggiare un titolo. Noi ci andammo davvero vicini".

Quand’è che vi siete detti: "Stavolta si può fare"? 

"A metà dicembre, dopo quel Cagliari-Lazio finito 1-2 con gol di Caicedo al ‘’97. Chiudemmo l’anno con otto vittorie di fila, più la vittoria contro la Juve in Supercoppa Italiana. In casa, poi, eravamo unici. A fine primo tempo la partita era già finita. Il bello è che dopo Natale abbiamo continuato a vincere, a vincere, a vincere, poi…".

Il bello è che nel 2016 pensò addirittura di smettere. 

«Avevo già fatto i bagagli. Non giocavo mai, e quando entravo facevo l’esterno. Un ruolo mai coperto in vita mia. Così dissi a mio suocero e al mio agente che a gennaio sarei tornato a Siviglia senza dire niente a nessuno. Quest’ultimo mi spinse a chiamare il mio vecchio mental coach del Barcellona B, Juan Campillo…".


E alla fine rimase a Roma. 

"Mi ha cambiato la carriera".

Anche Inzaghi, forse. 

"Senza di lui sarei tornato in Spagna. Nel 2017 gli chiesi di andare via, ma si oppose".

Dica la verità: le ha mai chiesto di venire all’Inter? 

Sorride. "No, no".

Litigi da raccontare? 

"Nessuno, mi conosceva. Quando avevo una giornata no mi invitava ad andare a casa".

In cosa è il numero uno? 

"Nel gestire le persone. Una volta mandò a casa un giocatore perché aveva un problema familiare. A uno così dai tutto".

In Europa è a livello dei big? 

"Già lo è. E da quando è all'Inter è cresciuto molto".