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Era un periodo in cui la Procura indagava sulle plusvalenze dei giovani nerazzurri. Mai sentito qualcosa che la riguardasse?
“Sapevo quando sono andato all’Inter che c’era qualche problema finanziario, ma è difficile sapere quali fossero nello specifico. Ricordo che c’erano complicazioni anche per la firma di Vidal. Ma riguardo le plusvalenze per me è difficile parlarne: a me andava bene firmare per l’Inter, ne ero felice. Mi avevano seguito per 6 mesi prima di comprarmi”.
Poi il prestito al Genoa.
“Quello è stato un periodo molto difficile della mia carriera, ma ho imparato moltissimo. Sono andato a Genova, ho fatto una settimana di allenamento e in programma c’era la trasferta di Napoli. Andiamo, perdiamo 6-0 e torniamo tutti contagiati dal Covid. 22 giocatori col virus. Sto 35 giorni a casa col Covid, tempo di tornare con la squadra e cambia l’allenatore. Non il miglior momento per il Genoa. Ma la squadra mi ha dato un grande benvenuto, alla prima esperienza fuori dalla Svizzera senza la mia famiglia, in un periodo difficile come quello. Dal direttore dell’epoca Faggiano ai compagni, tutti sono stati fantastici: Pandev, Badelj che gioca ancora lì, Criscito. È stato un privilegio imparare qualcosa da loro ogni giorno”.
Poi torna in Svizzera dove gioca con attuali conoscenze della Serie A…
“Nel Basilea. Ho giocato con Pavlovic, Ndoye e Seba Esposito. Anche Pavlovic ha origini serbe come me, e dal primo giorno l’ho aiutato ad ambientarsi. Non è stato il suo miglior periodo, ma sono contento per lui oggi: so che è un ottimo giocatore e si merita il Milan. Siamo ancora amici, qualche volta ci sentiamo. Con Ndoye invece ci conosciamo da una vita. È un anno più grande di me ma abbiamo giocato contro tantissime partite nelle giovanili. Poi è venuto a Basilea e abbiamo subito trovato un’ottima ‘connection’. Siamo grandi amici, l’anno scorso ho guardato tutte le sue partite al Bologna. E anche Seba, grande giocatore…”.
Con Esposito parlavate di Inter?
“Molto. Scherzavamo sul fatto che potessimo diventare la coppia di attaccanti del futuro dell’Inter, entrambi arrivavamo da lì. Ogni tanto quando ci facevamo assist esultavamo insieme. ‘Magari un giorno…’ dicevamo. Sapevamo sarebbe stato difficile, all’Inter ci sono giocatori di livello mondiale. Ma seguivamo molto la squadra”.
E con lo Young Boys? L’anno scorso avete vinto il campionato, oggi siete in zona retrocessione.
“Shocked? Anche io… ogni tanto il calcio è così. Ma sappiamo di avere molta qualità e di non averlo dimostrato sul campo nelle prime giornate. Ci sono tante situazioni, ma ogni giorno vedo come lavoriamo bene e combattiamo per uscirne. È solo questione di tempo prima di risalire, ma chiaramente non siamo soddisfatti. La cosa migliore è cominciare a vincere dalla prossima…”.
Non sarà facile contro l’Inter…
“La Champions League è il più grande palcoscenico del calcio. Affrontare una squadra come l’Inter certamente non è facile, e negli ultimi anni sta facendo sempre meglio: scudetto, finale di Champions… Ma niente è impossibile. Sarà difficile ma crediamo in noi stessi. E finché l’arbitro non fischierà tre volte combatteremo”.
Come si vince contro la squadra di Inzaghi?
“A noi serve fare la partita perfetta, perfetta, perfetta. E all’Inter una serata storta. Anche la fortuna dovrà essere dalla nostra parte. Contro una squadra come la loro non avremo molte chances, quindi dovremo essere bravi a sfruttare le poche a disposizione”.
Sentirà la partita in modo particolare?
“Pur non avendo mai giocato effettivamente nell’Inter, è chiaro che… sì. Il giorno in cui firmai per il club nerazzurro ero davvero tanto tanto fiero di me. Ero giovanissimo, era uno step importantissimo per la mia carriera. Per me sarà sempre speciale, l’Inter è stata la mia prima esperienza lontano da casa. Anche oggi guardo tantissime partite dei nerazzurri, mi piace moltissimo. È una squadra fantastica e per me sarà davvero speciale”.
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