LEGGI ANCHE
Marcolin, questo derby sembra un film. Titolo e trama?
«Partiamo dalla trama: appassionante, apertissima, sarà una partita equilibrata. Il titolo potrebbe essere “Un affare di famiglia”, perché calcisticamente parlando Simone e Sergio sono figli dello stesso padre. Da Eriksson Inzaghi ha ereditato la gestione del gruppo: grandi campioni, tutti partecipi. All’Inter non ci sono scontenti, come nella nostra Lazio. Per Conceiçao direi l’importanza degli esterni da uno contro uno: nel suo calcio sono fondamentali, come lo erano lui e Nedved per Eriksson».
Conceiçao ha detto: “Non sono qui per farmi degli amici ma per vincere”. Lautaro ha raccontato: “Il segreto di Inzaghi è che continua a volte a pensare come un calciatore, ci capisce tantissimo e vive le cose come noi”.
«Sono diversi, sì. Sergio è di poche parole, diretto, e questo carattere lo trasferisce alle squadre che allena: il suo Porto era solido e verticale, il Milan probabilmente lo diventerà ed è quello che serve ai rossoneri in questo momento. Simone ha una bella empatia, che nasce anche dal percorso all’Inter: in quattro anni ha via via scremato i giocatori fino a guidare un blocco che sente suo. A Inzaghi piace dialogare di più perché argomenta di più, proprio come l’Inter, che sul campo costruisce e attacca con tanti uomini. Entrambi però hanno un punto in comune».
Quale?
«Costruiscono squadre attentissime dietro senza perdere il Dna offensivo che li ha contraddistinti da calciatori. Simone ha trasformato il 3-5-2 in un modulo ultraoffensivo, le squadre di Sergio cercano la profondità in maniera diciamo più essenziale, e creano sempre pericoli nell’area avversaria. La strada maestra resta quella del gol, come quando giocavano: ognuno dei due ci arriva seguendo percorsi differenti».
Conceiçao ha affrontato Inzaghi negli ottavi della Champions 2022-23 e lo ha fatto soffrire.
«Vero, ma va anche detto che l’Inter di allora non era ancora la squadra dominante che ammiriamo oggi. L’Inter di ferro che ha vinto lo scudetto della seconda stella è maturata in quella Champions, passando da partite complicata come il doppio confronto con il Porto. Guardando a domani, comunque, quel confronto può dare un vantaggio a Conceiçao».
Ovvero?
«Sergio conosce già l’Inter, anche a livello individuale: molti dei giocatori di Inzaghi che erano in campo allora se li troverà di fronte a Riad. Ha un vissuto davanti, non è poco per preparare un derby così importante in pochissimo tempo».
A proposito di importanza, per Inzaghi sarà l’ennesima sfida al Milan che mette in palio un traguardo da centrare: da qui sono passati una Supercoppa, un posto in finale di Champions, l’ultimo scudetto…
«E lui è un maestro nel preparare queste partite. Più la pressione si alza, più l’Inter azzanna la sfida con l’approccio perfetto. Ecco, l’Inter di Inzaghi ci ha abituato alle partenze a razzo nei derby, ma il primo Milan di Conceiçao ha dato un segnale importante dal punto di vista mentale: contro la Juve è rimasto sempre dentro la partita, come faceva il Porto, e come è mancato troppo spesso in questa stagione ai rossoneri».
Lautaro si sbloccherà in finale?
«Io ho l’impressione che segnare meno non lo disturbi: corre, lavora per i compagni, non si risparmia nemmeno all’ultima azione della partita. Che faccia gol o meno, Lautaro resta funzionale al gioco dell’Inter, conta questo».
E nel Milan? Quali saranno i giocatori più funzionali al calcio di Conceiçao?
«Reijnders e Fofana per la solidità, Pulisic e Leao per la centralità degli esterni da uno contro uno di cui parlavo prima. E poi Tomori, al quale Conceiçao ha subito dato fiducia contro la Juve. È una mossa interessante: penso possa riportarlo agli standard del difensore di personalità che negli ultimi tempi aveva perso».
© RIPRODUZIONE RISERVATA