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Marocchi: “Inter superficiale, ma resta la più forte. Frattesi? Chiunque incontrerebbe…”

Gianni Pampinella Redattore 
Intervistato da Libero, Giancarlo Marocchi ha analizzato le ultime uscite della Nazionale e ha parlato del campionato

Intervistato da Libero, Giancarlo Marocchi ha analizzato le ultime uscite della Nazionale di Spalletti e ha parlato delle big della Serie in vista della ripresa del campionato. "Abbiamo finalmente ritrovato un centravanti di ruolo, Retegui: 6 gol in 16 presenze azzurre e 7 su 7 con l’Atalanta fanno una prova. Il ragazzo c’è".

Dai tempi di Luca Toni non avevamo un 9 azzurro così influente?

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«Vero. Dopo Toni sono passati Balotelli, e sappiamo come è andata. Poi Pellè e un Immobile che in azzurro non ha mai convinto. Forse perché Mancini giocava a tocchi brevi e lui amava essere lanciato».

Retegui, invece?

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«È un rapace d’area completo».

Antesignani reali in azzurro?

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«Direi il primo Casiraghi e, negli anni ‘70, Boninsegna. Attaccanti solidi, difficili da spostare e senza paura. Acrobatici. Retegui è forte anche di testa, come era Toni. Ma c’è un ma».

Quale?

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«Provocazione: l’altro centravanti di Spalletti è Frattesi!».

Un paradosso, ci permetta...

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«Neppure tanto: bravo a trovare i tempi giusti e a entrare in area dritto per dritto, Frattesi segna sempre perché occupa il celebre spazio a centro area. Quello creato filosoficamente da Guardiola nel Barça di Messi e Xavi».


Eppure nell’Inter il ragazzo fatica a trovar posto. Come mai?

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«Chiunque incontrerebbe difficoltà con quel trio di solisti formato da Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan».

Virata sul campionato: il Napoli resterà in pole?

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«Conte ha trovato la quadra facendo giocare insieme McTominay e Lobotka, perni fondamentali in mezzo. In attacco ci pensa Lukaku a bollare e a creare corridoi, mentre dietro ha difensori contati. Alla lunga, può patirlo».

Pregi e difetti dell’Inter? Ha già subito 9 gol...

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«L’Inter è superficiale. Ha pareggiato due partite, contro Genoa e Monza, che doveva vincere e tali disattenzioni possono costare. Ma resta la più forte».

La Juve di Motta pare granitica dietro e impotente davanti.

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«Se risolve il problema delle realizzazioni può far male a chiunque. In difesa non mi stupisce l’unica rete presa, il Bologna di Motta poggiava su un muro invalicabile. Però la palla va messa dentro, detta un po’ banalmente».

Il problema del Milan?

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«Continua a non avere equilibrio, soprattutto quando giocano Pulisic e Reijnders con le due punte».

E Fonseca? Sulla graticola una domenica sì e l’altra pure?

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«Dipende dal sacrificio tattico dei giocatori. Il tecnico c’entra poco».

Leao invece?

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«Inutile chiedergli di più. Il giocatore è questo, nel bene e nel male».

(Libero)