All’Inter non c’è mai stato un solo leader, tutt'ora siamo fratelli, siamo amici e c'è rispetto. Dentro lo spogliatoio ognuno di noi poteva dire la sua e quella era la cosa bella perché ti aiuta a crescere e a far crescere il gruppo. In allenamento a volte c'erano tensioni. Mario (Balotelli, n.d.r) l’ho preso a calci nel culo ma ancora oggi mi vuole un bene dell'anima perché sa che ho fatto il suo bene. Non me ne pento perché penso che in quel momento ci fosse bisogno di quello, ma per lui e per il gruppo. I leader devono fare in modo che tutti remino dalla stessa parte perché chi non lo fa rimane indietro e si auto elimina da solo. Mario era troppo forte in quel periodo per far sì che si bruciasse e quindi è anche per lui se ho fatto certe cose.
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