Io non ho salutato l'Inter nel 2010. Mi dissero che da parte mia c'era troppa aspirazione a giocare la domenica. Io mi sono chiarito con tutti, con Ausilio e Leonardo, ma all’epoca chiamai quest’ultimo e gli dissi: “Guarda se devo venire alla Pinetina senza l'aspirazione di poter giocare la domenica sto a casa con i miei figli perché non ha senso”. Probabilmente in quegli anni posso dire molto onestamente che mancò qualcosa e parlando con i miei compagni in allenamento non c'era più quella voglia di poter vincere anche la sola partitella, ma era un andare al campo, fare allenamento e poi tornare a casa. Per una squadra penso sia la cosa più deleteria che possa succedere.
news
Materazzi: “Mourinho ci diede forza. Addio Inter? Ecco cosa dissi ad Ausilio. Bastoni nuovo Matrix”
Quando fai degli allenamenti piatti la domenica giochi sempre piatto. A malincuore con un contratto in essere dovetti smettere, l'Inter pagò tutto come è giusto che sia e io rimasi fuori. Ebbi l'opportunità di andare in qualche altra squadra in Italia, probabilmente l'avrei fatto anche per orgoglio; potevo andare in America ma allora non era ancora il calcio di adesso e decisi di smettere.
L’India è arrivata dopo tre/quattro anni perché ci fu questa questa lega che mi chiamò e provai a fare l'allenatore. Dopo le prime due partite che vincemmo, perdemmo la terza e la quarta. La prima mi ricordo ancora contro Pires, contro la squadra di Goa, mi girai verso la panchina dicendo “ ma chi me l'ha fatto fare?” Avremmo dovuto prendere 4 gol invece vincemmo e i ragazzi si montarono un po’ la testa, tant’è che ne perdemmo due subito dopo, e perdemmo anche la terza e la quarta. Iniziai ad allenarmi con loro per riattivare un po’ l'umore, come faceva il maestro Mazzone, infatti poi vincemmo la regular season a dispetto del pronostico e l'anno dopo riuscii a costruire la mia squadra, un campo d'allenamento e vincemmo. Fu una soddisfazione perché era un campionato ancora vergine, dove il presidente faceva il presidente, dove decidevo tutto io con le responsabilità, salvando un budget, facendo gli interessi del club e fu soddisfacente per quello. Feci il manager, cosa che probabilmente in Italia è più difficile perché ci sono alcuni presidenti che ti dicono “guarda sarebbe meglio far giocare questo, quello…” Mi dovrei snaturare perché o vado via o li attacco al muro, allora ho deciso di non fare allenatore (ride, n.d.r).
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Il tuo commento verrà moderato a breve.
Puoi votare una sola volta un commento e non puoi votare i tuoi commenti.