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Negli allenatori che ha avuto in passato — da Lucescu a Klopp, da Mou a Wenger — ha mai trovato una figura paterna?
«No, però vorrei prendere le qualità umane e tecniche da ognuno per creare l’allenatore perfetto».
Quindi da grande farà l’allenatore o — come dicono in Armenia — il politico o il presidente federale?
«Non lo so ancora. Magari lo dirò nel libro».
Inzaghi è come un fratello maggiore?
«È bravo come tecnico e come persona e non lo dico perché è il mio allenatore. Con lui scherzo, ma conosco i limiti. Invece da giovane purtroppo la pensavo in modo un po’ diverso».
In che senso?
«Pensavo che un allenatore non potesse essere un amico, che ci fosse una barriera. Adesso che capisco tutto, è più facile per me».