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Moratti: “Inter? Ho nostalgia, ma Oaktree si sta dimostrando bravissima. Vendetti perché…”

Moratti: “Inter? Ho nostalgia, ma Oaktree si sta dimostrando bravissima. Vendetti perché…” - immagine 1
C'è stato spazio anche per tanta nostalgia e per tanti ricordi, nell'intervista di Massimo Moratti al Quotidiano Sportivo
Marco Macca Redattore 

C'è stato spazio anche per tanta nostalgia e per tanti ricordi, nell'intervista di Massimo Moratti al Quotidiano Sportivo. Ecco altri estratti delle dichiarazioni dell'ex presidente dell'Inter:

Moratti: “Inter? Ho nostalgia, ma Oaktree si sta dimostrando bravissima. Vendetti perché…”- immagine 2

"Avevo promesso a Milly che non l’avrei fatto, lei preferiva destinare in solidarietà quei quattrini. Ma la passione fu più forte. Mia moglie apprese la notizia dalla televisione. Non voleva più farmi entrare in casa. Lei mi disse che dovevamo impegnarci per aiutare chi soffre. Le risposi con una battuta: conosci qualcuno che soffra più degli interisti, mentre il Milan di Berlusconi vince tutto e la Juve sta tornando grande? Così, mi perdonò".


Trent’anni dopo, si è mai pentito di quell’acquisto, di aver restituito l’Inter alla famiglia di papà Angelo?

"Sinceramente? No, mai. Almeno per ora, almeno finora. Però, vuol sapere una cosa buffa? Si è pentita la mia signora. Fosse per lei, dovrei ricomprare la Beneamata qui e ora".

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Beh, con tutto il rispetto per il fondo Oaktree, attuale proprietario dell’Inter, io sto con sua moglie.

"Eh, vede, semplicemente è cambiato il mondo, non solo il tempo. Io sono stato tra i primi a cedere all’estero, quando vendetti l’Inter a Thohir, l’indonesiano… Avevo visto cosa stava accadendo nella Premier inglese. L’esplosione dei costi, la globalizzazione dei capitali, eccetera. Era ed è una tendenza impossibile da contrastare, o quasi".

Ma lei, almeno lei, non ha nostalgia di un calcio in cui il patron era il primo tifoso del club che presiedeva?

"Come si fa a non avercela, la nostalgia? Sentimentalmente era più bello una volta. Però bisogna essere realisti. In Inghilterra i padroni sono appunto tutti stranieri e la Premier è bellissima. Bisogna evitare i luoghi comuni. Giusto per fare un esempio, quelli di Oaktree all’Inter si stanno dimostrando bravissimi. Dopo di che…".

Dopo di che?

"È giusto ammettere che a livello emozionale c’è una differenza. Non necessariamente negativa. Mi spiego: meno conosci il proprietario e più da tifoso ti appassioni alla squadra, ti identifichi con il valore ideale del club".

Ne deduco che lei è sempre interista.

"Certo, ci mancherebbe".

(Fonte: Quotidiano Sportivo)