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Che consiglio si sente di dargli?
“Di rimanere tranquillo e capire il problema. Poi potrà pensare al futuro. Anche per me fu una mazzata, avevo investito la mia vita sul calcio e all’improvviso mi sono ritrovato fermo. Non è facile”.
Ha mai pensato di giocare all’estero?
“Avrei potuto, ma non me la sono sentita”.
L’Inter le è sempre stata vicina.
“In ogni momento, tant’è che ancora oggi dico grazie. Non dimenticherò mai ciò che hanno fatto Ausilio e Moratti. Nel 2012 ero in comproprietà, ma l’Inter riscattò il cartellino mentre ero fermo e loro mi diedero subito l’opportunità di fare l’osservatore. E le dirò di più: hanno mantenuto il mio contratto da calciatore fino alla scadenza”.
E poi si è messo a studiare.
“Sono laureato in scienze motorie. Faccio avanti e indietro da Lamezia Terme a Roma. Non ho mai staccato, ma mi sono reinventato. Ora mi piacerebbe trovare un talento per l’Inter, magari in difesa”.
Niente nostalgia, quindi?
“No, anche se nel calcio di oggi sarei stato utile come braccetto. Contro la Lazio, ad esempio, giocai bene tutta la partita, poi Zarate mi ‘frego’ all’ultimo e subimmo gol. Ma ho avuto il privilegio di giocare con Eto’o, Milito e gli eroi del Triplete. Le ripeto: sono fortunato. E lo è anche Edoardo. Sono sicuro che già lo sa”.
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