Felice Natalino, ex giovane dell'Inter, intervistato da La Gazzetta dello Sport, è tornato così sulla sua cardiomiopatia aritmogena
Felice Natalino, ex giovane dell'Inter, intervistato da La Gazzetta dello Sport, è tornato così sulla sua cardiomiopatia aritmogena che l'ha costretto ad abbandonare il calcio: “Quando successe a me ero già in ospedale. Non giocavo già da un po’ per via della mancata idoneità. Conoscevo i sintomi, avevo fatto gli esami, ero monitorato. È stato difficile, ma a oggi sono grato a chi si accorse del problema”.
Il suo primo pensiero fu di tornare a giocare?
Bove, invece, ha detto che vuole tornare.
“C’è da dire che il mio è stato un caso diverso. Stressare il cuore lo avrebbe ‘rovinato’ ancora di più. Edoardo deve ancora capire cos’ha, ma dovrà rendersi conto di quanto accaduto e non sottovalutarlo. La salute è la cosa più importante”.
Che consiglio si sente di dargli?
“Di rimanere tranquillo e capire il problema. Poi potrà pensare al futuro. Anche per me fu una mazzata, avevo investito la mia vita sul calcio e all’improvviso mi sono ritrovato fermo. Non è facile”.
Ha mai pensato di giocare all’estero?
“Avrei potuto, ma non me la sono sentita”.
L’Inter le è sempre stata vicina.
“In ogni momento, tant’è che ancora oggi dico grazie. Non dimenticherò mai ciò che hanno fatto Ausilio e Moratti. Nel 2012 ero in comproprietà, ma l’Inter riscattò il cartellino mentre ero fermo e loro mi diedero subito l’opportunità di fare l’osservatore. E le dirò di più: hanno mantenuto il mio contratto da calciatore fino alla scadenza”.