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Nico Paz: “Ecco perché il Como è diverso dalle altre. Fabregas mi dà fiducia”

Nico Paz: “Ecco perché il Como è diverso dalle altre. Fabregas mi dà fiducia” - immagine 1
Nico Paz ha rilasciato un'intervista ai microfoni di DAZN. Ecco le sue parole partendo dal suo trasferimento in estate
Marco Astori Redattore 

Il trequartista del Como Nico Paz ha rilasciato un'intervista ai microfoni di DAZN. Ecco le sue parole partendo dal suo trasferimento in estate: "E' stato un cambio grande, giocavo in terza divisione in Spagna e qualche volta in prima squadra col Real: ora è molto diverso, c'è uno spogliatoio di gente più grande, di livello, in un campionato di prima fascia. Sono venuto qui con la mia famiglia, questo mi aiuta, sono contento. La nostra squadra non è una qualunque: proviamo sempre a giocare, facciamo uscire il pallone e pressiamo forte. Questa è la nostra identità che ci rende differenti dalle altre.

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Fabregas? La cosa più importante è che mi dà fiducia nel fare il mio calcio: mi fa stare tranquillo nel mio gioco. Ha l'idea di giocare, di non buttarlo: farmi trovare tra le linee è importante. Mi ricordo di lui da giocatore, mi piaceva molto: aveva tanta qualità, aveva un ultimo passaggio incredibile. Sapeva arrivare in area e da questo devo prendere spunto. Quest'estate mi chiamava, parlava con mio padre e i miei agenti: la prima volta in cui mi ha scritto ero in vacanza in Grecia. Mio padre me l'ha detto ed è stato speciale.


Il Real? E' passione, lottare fino all'ultimo: questo è quello che più mi hanno insegnato. E' un club che non puoi mai dare per finito, quando meno te l'aspetti si rialza e ti sorprende. Questo mi ha aiutato a non darmi mai per vinto. Mi trovavo bene con Brahim Diaz e con Rudiger e con molti altri. Guardavo molto Kroos in allenamento, ma anche Modric e Bellingham: ho appreso molto da loro. Ricordo Kakà? Tu dici? Non ci credo, Kakà è molto forte. Il dribbling è la cosa che mi piace di più nel calcio e mi diverto molto a farlo.

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Argentina? Non è stato difficile sceglierla perché lo sento da quando sono piccolo: mi è sempre piaciuta l'Argentina, li ho sempre tifati. Ma amo anche la Spagna, il mio paese di nascita. Ho preso questa decisione perché mi sento argentino ed è un onore poter seguire le orme di mio padre. La cosa più bella che mi è successo finora è condividere allenamenti e spogliatoio con questi giocatori e con Messi, il migliore della storia. E' stato incredibile e me lo godo ogni volta. L'ho incontrato a 17 anni, ero con la Sub-20: ci siamo allenati con la nazionale maggiore. Ion parlo molto, mi vergogno e divento nervoso quando lo vedo (ride, ndr). Un giocatore che mi è sempre piaciuto è Dybala: ho visto tanti suoi video, anche adesso lo osservo tanto".