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Il Real? E' passione, lottare fino all'ultimo: questo è quello che più mi hanno insegnato. E' un club che non puoi mai dare per finito, quando meno te l'aspetti si rialza e ti sorprende. Questo mi ha aiutato a non darmi mai per vinto. Mi trovavo bene con Brahim Diaz e con Rudiger e con molti altri. Guardavo molto Kroos in allenamento, ma anche Modric e Bellingham: ho appreso molto da loro. Ricordo Kakà? Tu dici? Non ci credo, Kakà è molto forte. Il dribbling è la cosa che mi piace di più nel calcio e mi diverto molto a farlo.
Argentina? Non è stato difficile sceglierla perché lo sento da quando sono piccolo: mi è sempre piaciuta l'Argentina, li ho sempre tifati. Ma amo anche la Spagna, il mio paese di nascita. Ho preso questa decisione perché mi sento argentino ed è un onore poter seguire le orme di mio padre. La cosa più bella che mi è successo finora è condividere allenamenti e spogliatoio con questi giocatori e con Messi, il migliore della storia. E' stato incredibile e me lo godo ogni volta. L'ho incontrato a 17 anni, ero con la Sub-20: ci siamo allenati con la nazionale maggiore. Ion parlo molto, mi vergogno e divento nervoso quando lo vedo (ride, ndr). Un giocatore che mi è sempre piaciuto è Dybala: ho visto tanti suoi video, anche adesso lo osservo tanto".
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